Sarà di nuovo un Venerdì Santo stretto nelle catene di una pandemia che ci vede tutti stanchi, inadeguati, sconfitti. Un Venerdì Santo vissuto con il cuore strappato come uno straccio, immobili e distanziati, ma fortissimo della sua fede. Nessuna processione solcherà l’aria tirata e dolente dei vicoli, nessun cammino si scioglierà dietro la Madre Dolorosa. Ma saremo noi a piegarci dinanzi a quell’immagine di dolore che ha segnato per secoli le nostre caduche vite. Nel buio delle 5.30 del mattino di Venerdì, all’interno della Basilica di Santa Maria Salome, inizieranno nell’aria immobile le Lodi mattutine al cospetto di un sepolcro allestito con l’anima muta ma piena di speranza. Madonna, Croce e Figlio Morto, come da tradizione antica, che si è ripetuta ogni anno nella chiesa dell’Addolorata, richiameranno il linguaggio solenne, scarno ed essenziale della pena. Inizierà così, il Venerdì Santo a Veroli, con quell’immagine di aria e pietra, di gesto e assenza come esemplificazione ipnotiche e spirituali della visione. Preghiere che a volte chiedono, a volte ringraziano, nude e votive. Veroli ha urgenza di ritrovare quel messaggio dove i pensieri ciechi fanno eco col ‘passo’ lento e cadenzato dello Stabat Mater. Abitudini che tornano, ore che cambiano, stagioni che ruotano intorno. Silenzio e pena, dolore muto nella sua veste dignitosa. Sarà un momento particolare, nella diversità che questo tempo richiede. Ansie mascherate di preghiera, e la gioia di aver ritrovato quell’immagine che separa due lati opposti di buio. Il simbolico, il doppio, l’armoniosa struggente precarietà della vita e della morte che come montagne di pietra e terra salgono lievi come ostie. Veroli ne sentiva l’urgenza, e solo grazie alla forza della fede e dell’amore del direttivo della Confraternita Carità Morte Orazione e Pia Unione dell’Addolorata del parroco e del Rettore della Basilica patronale, sarà possibile, nel rispetto delle norme anti contagio, ritrovare quella speranza con gli occhi che non sentono più i sapori e la preghiera. La Basilica può contenere un massimo di 140 fedeli, per ovviare ad assembramenti e situazioni a pericolo di contagio saranno allestiti fuori dalla Basilica degli altoparlanti che permetteranno di seguire le Lodi mattutine nel piazzale antistante la chiesa. Verso la salita che conduce alla Basilica, nella Piazza del Vescovado, girate lo sguardo. La Confraternita allestirà una piccola rappresentazione del Calvario, quest’anno più che mai, siamo chiamati a contemplarla in silenzioso raccoglimento. E’ già un miracolo per Veroli poter contemplare quella Madre che nella sua pena allevia la nostra pena più grande: sentirsi impotenti davanti a questi giorni che passano alla deriva.
Monia Lauroni