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Veroli, ‘Sta a guarda er capello’, standing ovation per il duo Masotti – Mastracci

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Dalla crisi non si esce con la tristezza, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è la leggerezza ‘profonda’, e il far tornare di moda le atmosfere, le cose, le situazioni e le persone  ‘per bene’. Lo spettacolo è una questione complessa, non basta mettere in scena una cosetta simpatica per guadagnarsi gli applausi.

Figuriamoci uno standing ovation. E’ quello che è accaduto invece al termine dello spettacolo ‘Sta a guarda er capello’, portato in scena al Teatro Comunale di Veroli dal duo Masotti – Mastracci. Vogliamo partire proprio da lì, dalla fine, quando un pubblico entusiasta si è alzato in piedi ed ha coralmente applaudito gli ‘attori’. Roma non ha fatto la stupida quella sera, e si è prestata meravigliosamente a quel gioco di parti tra serietà, battute, aneddoti, strofette, musiche e sberleffi che l’hanno resa grande ed eterna. Una grandezza appunto che guarda oltre la storia e le architetture ma che trasuda ancora più risonante dai suoi personaggi, dai suoi vicoli, dalle sue osterie.

Nicola Masotti, interprete ed ideatore dello spettacolo, sua anche la regia, con la complicità delle musiche e degli stornelli eseguiti al pianoforte dal Maestro Luigi Mastracci sono stati protagonisti di una riscoperta geniale del mondo dialettale della capitale, delle sue trasformazioni e inclusioni di idiomi e modi di dire che hanno nutrito uno dei dialetti più efficaci nella tradizione italiana. La testimonianza di una cultura straordinaria, che se non recuperata  rischia di scomparire. Tra divertenti monologhi in dialetto romanesco, ironia e pungente satira ‘Sta a guarda er capello’ è riuscito a raccontare uno spaccato della società di altri tempi, facendo riflettere su quella odierna. Momenti divertenti, momenti irriverenti, momenti storici, momenti melanconici, ‘de friccichi’, ‘de core’. 

Momenti. Momenti di Roma che appartengono un po’ a tutti e che la bravura indiscussa e già collaudata del duo Masotti-Mastracci, ha esaltato in maniera eccellente e mai eccessiva. Dai Papi, ai politici, ai grandi attori e poeti, ognuno di loro ha costruito un po’ la Roma che amiamo ed ognuno di loro è stato omaggiato e reinterpretato secondo la sensibilità dei due ‘attori’.  La bellezza è stata tutta nel rivalutare la romanità nella sua forma artistica e popolare più sana, autentica, originale e pulita possibile.  

Un simbolo e un retaggio delle relazioni sociali che si sono sedimentate secolo dopo secolo, e al tempo stesso un punto di riferimento per una tradizione nazionale che merita di essere fatta conoscere anche alle generazioni più giovani. Con un po’ di verità e un po’ di fantasia mescolate perfettamente per guardarsi allo specchio e riconoscersi un po’ tutti figli di Roma.

Con un sorriso in più sulle labbra e la sana voglia di corteggiare ancora la vita per quello che è. Magari in giro su una Vespa tra le stelle ferme di Trastevere. Tanto ‘er monno è tutta ‘na commedia’. 

Grande idea, grande interpretazione, grande successo. Del resto “bellezza nun trova porte chiuse”. 

So’ proprio gajardi ‘sti due! 

Monia Lauroni