La chiesa gremita, gelida nella calura di un sole inutile su di un cielo di gennaio mai stato così azzurro. Nel freddo del silenzio si è respirato il dolore per la morte di Lorenzo Quattrociocchi. Diciotto anni e tutta la vita davanti, progetti infranti e scomparsi con lui in quel maledetto 4 gennaio, sulla sella di una moto a pochi metri dalla sua abitazione a Fontana Fratta. Di amici ne aveva tanti, e questa mattina, al suo funerale nell’Abbazia di Casamari, grande, ma non abbastanza per contenere tutto quel dolore, lo hanno stretto nel loro caldo e ultimo abbraccio. Lo hanno accompagnato a spalla, lo hanno posto davanti alla misericordia divina, quella stessa che in vita così misericordiosa non lo è stata. Un paese in lutto, anche i compagni di scuola dell’istituto di Fiuggi che frequentava ed i professori. La madre, la sorella, parenti, amici e conoscenti, chiusi nel loro composto dolore. Mille palloncini bianchi lanciati in cielo come gonfie e silenziose vele in alto mare. Per salutare Lorenzo, per accompagnarlo verso quei cieli altissimi, oggi così assurdi e silenziosamente quieti.
Monia Lauroni
