HOMEPAGE CRONACA Veroli, la ‘sacralità’ del Sepolcro laico dei Costruttori della Cometa 

Veroli, la ‘sacralità’ del Sepolcro laico dei Costruttori della Cometa 

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  Più che nelle trincee spazzate via dalle bombe, più che nell’aspetto marziale dei combattenti, più che nelle città rase al suolo, la guerra si manifesta nell’opera devastatrice dell’innocenza.  Due bandiere strette al monumento in onore ai Caduti della Grande Guerra. Due bandiere vicine quasi da non distinguere a colpo d’occhio i colori dell’Ucraina da quelli della Russia. E un drappo nero che dalle ‘dolomitiche’ cime scorre e si posa sull’acqua.  L’abbiamo visto così, giovedì sera, improvvisato, muto, tagliente: il Sepolcro laico di Veroli, ideato e realizzato dai Costruttori della Cometa d’Oro. Senza alcuna disarmonia tra Fede e Uomo, tra litanie di lacrime e sangue. Ha il volto di Cristo la persona che crepa nella trincea, sotto la bomba del drone. Hanno il volto di Cristo quelli che si spostano veloci come insetti e che come insetti strisciano e muoiono, dopo essere stati colpiti, trascinando gamba e braccia come ali spezzate o rimanendo al suolo in pose scomposte da fantocci.  Hanno lo stesso dolore e nessun velo bianco sotto cui nascondere chiodi di ruggine nera. Quei Cristi siamo ognuno di noi. Solo che non lo sappiamo ancora. Quello che sembra restare al fondo è un rumore sordo che chiama alla Pace, raccogliendo tutto ciò che è impossibile dire, comprendere, dare. La ‘Fede’ che sorge spontanea si declina sempre nella bellezza e rimane infissa persino negli occhi affollati di qualche Dio. 

Monia Lauroni