E mentre tutto trema, persino il domani, tra giorni che non passano e giorni che nemmeno arrivano, un’immagine dolce, quasi struggente, appare come preludio a tutte le metamorfosi possibili. La Madonna delle Vette, posizionata sulla cima di Pizzo Deta a 2040 metri di quota, spalla dopo spalla, respiro dopo respiro, ammantata dalla prima neve, è un’immagine che apre il cuore alla speranza. La sacralità della natura che dipinge magnificamente, grandiosamente, di bianco. E’ un mondo così alto rispetto ai nostri pensieri che quasi ne avvertiamo il suono quando accade. Non occorre avere fede, è un’immagine che ha il potere di avvicinare mondi lontanissimi, di alterare il tempo, di sovvertire le leggi a cui si deve obbedienza. Esiste cielo al di là della terra, esiste ancora vita oltre questo tempo. Un bianco che sa di fiori. Bianco che resiste tra un silenzio e l’altro. Neve che arriva senza distruggere come vento pulito che spazza via la polvere sollevata dai nostri crolli. Restare ad ammirarla così, nella sua purezza di nuvole e cielo di una Veroli che sotto quello sguardo di Madre pietosa velato di bianco, rimette insieme i sussurri della notte, li raccoglie come gocce d’acqua nel pozzo del mattino. Anche sotto questo cielo capovolto, può esserci tanta grazia. Forme di speranza come come questa neve d’autunno.
Monia Lauroni
Foto di Gabriele D’Amico