A un passo dal cielo, dal punto più alto di Veroli, ieri sera il rettore della Basilica di Santa Maria Salome, Don Angelo Maria Oddi, ha benedetto la Città con le reliquie della Santa Patrona. Un rito di grande potenza simbolica oltre che visiva. Una preghiera di invocazione, di affidamento e di profonda speranza quella che è risuonata soffocata dalla voce del vento dall’alto della Rocca di San Leucio. Un vento complice che scompigliava le vesti, ma teneva saldi allo splendore della sera. Una sera speciale, vissuta tra le forme composte della piccola chiesa, mutevoli però nelle migrazioni del tempo. Questo tempo, in cui ogni cosa che accade ha una risonanza profonda in ogni anfratto delle nostre case e delle nostre coscienze. Sono iniziate così le celebrazioni per la festa liturgica di Santa Maria Salome, Santa protettrice di Veroli, Discepola del Signore. Il rintocco delle campane delle ventuno, ha dato inizio al suggestivo rito, illuminato da poche stelle nascoste dietro un cielo cupo e dalla luce spirituale che irradiava all’interno della chiesa. Qualche fiaccola che raccoglieva il vento ha fatto da cornice ad uno dei momenti più mistici della storia di Veroli. Per pochi attimi il tempo si è fermato, quando il Rettore ha innalzato le sacre spoglie mortali dal belvedere. La vallata, le piccole luci nelle case, le nuvole, tutto pareva sospeso in un silenzio assoluto come prima della creazione del mondo. Eppure pareva tutto così normale. Poi il cielo si è piegato ed ha abbracciato Veroli. Il Sindaco Simone Cretaro ha presenziato, come in ogni altra occasione religiosa di maggior rilievo, in rappresentanza di tutta la popolazione. Eravamo tutti in cerca di un respiro, lo abbiamo trovato ieri che scendeva tra le erbe selvatiche, stretto tra le mani di un sacerdote, lieve e urgente nello spartito del vento.
Monia Lauroni