HOMEPAGE CRONACA Veroli, Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid

Veroli, Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid

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18 marzo 2020. Esattamente un anno fa, i camion dell’Esercito portavano via le bare dal cimitero di Bergamo. Un’immagine iconica di quello che è stato, di quello che è. Un’immagine che non ha bisogno di essere spiegata ed ha segnato sul calendario nazionale, su invito di Antonio Decaro, presidente dell’ANCI, la Giornata in memoria delle vittime del Covid. Anche la Città di Veroli sta pagando pegno altissimo alla furia pandemica. Questa mattina Il Sindaco Simone Cretaro insieme agli amministratori locali, il Comandante della Polizia Locale Massimo Belli ed il Parroco Don Andrea Viselli, si sono ritrovati in Piazza Mazzoli, all’ombra mesta di una bandiera tirata a mezz’asta e, nel raccoglimento più devastante, hanno osservato un minuto di silenzio. Come in un film quando i protagonisti approdano tra i resti silenziosi del mondo. Un silenzio che allo scoccare delle 11 di un mattino che avrebbe dovuto annunciare primavere, ha invece unito i sindaci d’Italia all’arrivo del Presidente del Consiglio Mario Draghi nella via di Bergamo. Un doveroso Silenzio per i concittadini sopraffatti dal Covid, un pensiero per ognuno di noi che in questa partita abbiamo comunque perso qualcosa. In ogni tempo e in ogni storia, il ricordo dei defunti è il segnale di confine, la pietra miliare che separa ciò che si può tollerare e ciò che non si può tollerare. Una preghiera sottovoce rivolta ad un cielo che deve farci ancora sperare. Forse questo il messaggio più forte, quello in bilico tra resa e coraggio, il confine tra il muro e la vita, quello spazio così minuto ma che non lascia Veroli indifferente. Restare insieme, proprio mentre viene chiesta distanza, può sembrare oggettivamente surreale. Tuttavia, disperderci fisicamente non vuol dire annullarci. C’è da coltivare un pensiero comune, c’è da rimettere al centro dei nostri giorni il valore della vita. Che non può essere fatta di sola paura ma nemmeno di silenziosa sopravvivenza. C’è ancora tanto da fare, lottare per la vita. Lo dobbiamo a quelle vittime che oggi abbiamo commemorato, lo dobbiamo a chi sta combattendo ora, lo dobbiamo a noi.

Monia Lauroni