HOMEPAGE CRONACA Veroli, Festa di San Biagio. L’olio benedetto sará solo ‘asporto’

Veroli, Festa di San Biagio. L’olio benedetto sará solo ‘asporto’

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Un rituale, sia esso religioso o popolare non è mai casuale, quelle cose antiche che ancora oggi si fanno nelle chiese, che scandiscono i giorni degli anziani se il tempo è buono e lo permette. San Biagio a Veroli, gode da sempre di particolare venerazione, anche se oggi la sua festa viene celebrata in tono decisamente minore rispetto al passato. Menzioni della ricorrenza si trovano in un calendario necrologico della metà del XI secolo, appartenente alla Cattedrale. Il giorno festivo del 3 febbraio veniva esposta alla pubblica devozione, durante la celebrazione di una messa solenne, “un deto in carne et in ossa”, come si legge su un inventario cinquecentesco. Al termine della cerimonia liturgica, sia la reliquia che la statua venivano portate in processione per le vie della città. Il corteo aveva una precisa funzione penitenziale e propiziatoria, per questo motivo si snodava silenzioso, senza musica, canti e preghiere. La statua, forse non tutti sanno che è di diverse fatture. Una recente, realizzata nel 1969 da Struflesser di Ortisei, mentre la testa e le mani appartengono all’antica statua lignea realizzata dai francescani ebanisti del convento di San Martino. Anticamente San Biagio, annoverato tra i Santi patroni di Veroli per un antico voto fatto dai cittadini, era venerato anche nella chiesa parrocchiale di San Leucio, rione in cui abitavano i cardatori di lana. Ancora viva la tradizione dei “cellitti di San Biagio”. La loro forma ricorda quella del “pane a coppia” che nei secoli passati i canonici della cattedrale verolana distribuivano in elemosina due volte l’anno insieme alle “palate”, pani di diversa forma e di dimensioni più grandi. La credenza popolare attribuisce la forma dei “cellitti” al dito indice del Santo, dito con cui impartì, secondo la leggenda, la sua benedizione miracolosa ad un ragazzo che stava soffocando per una lisca di pesce conficcata nella trachea. Resta vivissimo il rituale di ungere la gola dei fedeli con l’olio benedetto al termine delle funzioni religiose che si svolgono nella giornata in cui il Santo viene onorato. Quest’anno, per le ovvie ragioni sanitarie e precauzionali richieste dalla pandemia Covid 19, l’olio benedetto non sarà impartito ai fedeli direttamente in chiesa, ma verrà consegnato loro un batuffolo di cotone intriso della sostanza benedetta, sigillato in bustine precedentemente preparate dai preziosi collaboratori della parrocchia, con tutte le cautele che la condizione attuale sanitaria richiede, da portare a casa. Riti “miracolosi” che raccontano luoghi e cicli delle stagioni scommettendo sul potenziale virtuoso di un passato che, seppur rimodellato, adattato, a volte ridimensionato, non può e non deve morire.

Monia Lauroni