Quando si parla di energia geotermica si intende quel tipo di energia, chiamata alternativa o rinnovabile, ricavata dal calore contenuto all’interno della Terra. Prima di cominciare a parlare nel dettaglio di cosa è questa energia, occorre fare un tuffo nel passato, per capire la nascita e l’evoluzione dello sfruttamento di questa risorsa. La uso delle fonti termali è sviluppata fin dal Paleolitico; anche nella cultura giapponese e romana di 2.000 anni fa ne è stata registrata la presenza. Tuttavia, il primo caso di uso dell’energia geotermica si ha nel 1827, in Toscana: Francesco Larderel, un imprenditore che possedeva un impianto di produzione di acido borico, invece di bruciare la legna per generare questo tipo di acido, sfruttò il calore naturale delle acque sotterranee. Grazie a questa geniale idea, l’industria chimica del comune di Larderello diventò una delle più floride e famose al mondo. Nel 1913, per consolidare questo primato di eccellenza, Piero Ginori Conti, dopo eesere riuscito a far accendere cinque lampadine con l’elettricità derivante dal vapore geotermico, diede il via alla costruzione della prima grande industria specializzata nella produzione di elettricità grazie all’energia geotermica. Il polo industriale italiano venne studiato e preso a modello da diversi Paesi, quali il Giappone, gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda e il Messico.
Come si produce il calore
All’interno della crosta, del mantello e del nucleo del nostro pianeta, a causa del decadimento degli isotopi radioattivi, come uranio, torio e potassio, viene rilasciato costantemente calore. Questo calore cresce d’intensità man mano che si va più in profondità, si stima infatti che la temperatura cresca di 3 C° ogni 100 metri. Le acque sotterranee entrando a contatto con le rocce ad alta temperatura rilasciano una grande quantità di vapore. Proprio quel vapore rappresenta la ricchezza energetica che l’uomo deve saper sfruttare, in modo da soddisfare i maggiori e primari fabbisogni, come il riscaldamento o la coltivazione nelle serre.
Una occhiata al funzionamento delle centrali geotermiche
Per trasformare questo vapore nell’energia geotermica, l’uomo ha creato le centrali geotermiche, che hanno il compito di intercettare ed immagazzinare i vapori, a temperature tra 150 e 250 C°, che risalgono dalle profondità della terra. Questi vapori vengono, poi, estratti e convogliati nei vaporodotti, delle apposite tubazioni d’acciaio inossidabile, che trasportano il vapore acqueo ad una turbina, dove l’espansione del vapore innesca un processo di produzione di energia meccanica. La turbina è infine collegata ad un alternatore, che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica, distribuendola nella rete di distribuzione grazie ad un trasformatore.
Il vapore fuoriuscito in precedenza dalla turbina viene lavorato e riportato ad uno stato liquido in un condensatore, mentre i gas incondensabili vengono dispersi nell’atmosfera. Infine una torre raffredda i fluidi prodotti dalla condensazione del vapore, prima di essere smaltiti nelle rocce da cui inizialmente era stato estratto il vapore.
Pro e contro
L’energia geotermica è considerata forse la più valida, pulita e potente fonte rinnovabile, questo perché: l’energia ricavata dalla Terra è una fonte inesauribile ed illimitata; l’intensità dell’energia geotermica è di gran lunga superiore a quella che deriva da altre energie, come quella solare o eolica; la produttività delle centrali è costante, non diminuisce all’alternanza giorno-notte o alle mutevoli condizioni meteorologiche; le centrali geotermiche non emettono CO2 o altre polveri sottili nell’ambiente, visto che non prevedono nessun processo di combustione; le centrali sono durevoli, visto che possono rimanere attive anche per 50 anni; gli scarti derivanti dal processo di produzione dell’energia possono essere riutilizzati; gli impianti sono silienziosi. Dopo avervi elencato i numerosi vantaggi che porterebbe lo sfruttamento di questa risorsa “green”, devono essere resi noti due principali inconvenienti: l’odore sgradevole che fuoriesce dalle centrali, a causa dell’idrogeno solforato; l’impatto visivo non ottimale che possono avere sul paesaggio, visto che queste centrali sono composte da lunghe tubature. Quindi nel complesso gli svantaggi presentano problemi facilmente superabili, con impianti di abbattimento per i forti odori e una studiata e sobria opera di ingegneria ambientale.
Facendo così una sintesi di tutto quello che abbiamo visto ed analizzato, l’energia geotermica risulta essere una validissima fonte rinnovabile, molto più pulita ed efficiente di combustibili fossili, ma anche rispetto alle altre energie rinnovabili. Tuttavia nel mondo, la diffusione è ancora molto bassa, si calcola infatti un 1% di produzione mondiale; i Paesi che stanno investendo maggiormente in questo tipo di energia sono gli Stati Uniti, l’Islanda e le Filippine, seguiti da Italia, Giappone, Messico ed Indonesia.
Andrea Petricca