Ciociaria e turismo. Siamo a stagione finita e possiamo iniziare a parlare di bilanci. In particolare la provincia di Frosinone si è distinta per dinamismo e offerte differenziate: dai cammini religiosi agli eventi culturali di spessore, dai tour enogastronomici con prodotti tipici locali a spettacoli di ogni genere per attirare e soddisfare ogni ‘palato’. Tutto con lo spettro del Covid ancora insidiosamente presente e sotto il mantra della ‘sicurezza’. Ne abbiamo parlato con Nicoletta Trento, guida turistica abilitata che da quasi vent’anni opera con passione nella provincia di Frosinone. Laureata con il massimo dei voti alla Sapienza in Lettere Moderne con indirizzo in Storia dell’arte, è oggi, insieme ad altre sue colleghe/i il biglietto da visita della provincia. Persone che hanno il dono raro di riempirti l’anima di cose belle. Quelle che restano dentro e alimentano questi luoghi che, prima di tutto, hanno bisogno di gambe che ti rimettono in cammino e nuovi orizzonti a portata di mano.
La Ciociaria ha grandi potenzialità da un punto di vista turistico, soprattutto in campo culturale, ambientale storico ed enogastronomico. Siamo ormai a fine stagione, è tempo di bilanci. Ci dica com’è andata. Se dovesse dare un voto, da sufficiente a ottimo? “Il voto, considerando i numeri, è ‘Discreto’ perché la stagione lavorativa è stata brevissima. Purtroppo abbiamo perso, a causa del Covid, i periodi migliori come la primavera che vede la presenza di numerosi gruppi. Per fortuna c’è stato un ottimo risveglio tra agosto e settembre”.
Quali sono state le mete, i paesi, i borghi più gettonati? “Veroli, Anagni, Alatri, Arpino, Ferentino, Fumone, Montecassino, la Val di Comino, Isola del Liri, sono le mete più richieste dai gruppi organizzati dai tour operator, ma i turisti che mi hanno dato più soddisfazione sono stati gli stessi ciociari che finalmente hanno riscoperto il loro territorio, la sua bellezza, la sua autenticità e il suo ricchissimo patrimonio storico culturale. Ripeto da più di venti anni che alcune tra le pagine di storia medioevale che sconvolsero o migliorarono l’intera Europa si sono scritte qui: alleanze e lotte tra papato e impero, scomuniche, beatificazioni, l’organizzazione monastica benedettina cistercense certosina francescana fino poi ad arrivare agli avvenimenti contemporanei come la Grande Guerra”.
Si sente spesso dire che il turismo ormai è cambiato profondamente. Chi viene dalle nostre parti cerca cammini emozionali, la buona tavola, il sapore di cose antiche. Questo significa che l’architettura e il grande patrimonio storico che ha fatto finora della Ciociaria terra di grande attrazione abbia perso il suo valore? “No, assolutamente, sono sempre richiesti ed apprezzati, inoltre non confondiamo il turista che intende fare un “cammino” per vivere una certa esperienza accompagnato da una guida naturalistica con chi vuole visitare il territorio in modo più tradizionale cioè, viaggiando in pullman accompagnato da una guida storico artistica. In entrambi i casi comunque al turista di oggi piace visitare e vivere esperienze visitando caseifici, oleifici, forni e venendo a contatto anche con le tradizioni folcloristiche come provare a camminare con un paio di ciocie ad esempio, o tenere in testa la famosa cannata di Arpino o ascoltare il suono ancestrale delle zampogne.Tutto ciò ovviamente dipende da come la guida riesce ad impostare l’itinerario, raccontarlo e “creare” eventi ed esperienze”.
Associazionismo, eventi di spessore, numerose comparsate sul piccolo schermo. Ogni luogo, per questa ripartenza ha dato il meglio di sé. Quanto tutto questo ha fatto da traino al turismo? “Tanto e ancora molto di più si può fare! Da quando la Rai ed altre TV nazionali ci stanno dedicando attenzione con molti passaggi al tg e nelle puntate di alcuni importanti programmi di divulgazione turistica storico artistica, gli italiani sono più convinti ad iscriversi ad un viaggio che propone come meta la scoperta della Ciociaria. Abbiamo bisogno di tanti riflettori per farci notare dal mercato turistico nazionale e straniero!”.
Le Proloco sono o dovrebbero essere le stampelle per la buona riuscita di ogni tour turistico. Ha trovato complicità e dinamismo o secondo lei qualcosa va migliorato e rivisto? E sulle strutture ricettive? “Alcune Proloco sono speciali perché gli attori che si muovono al loro interno ci mettono anima, cuore e corpo; senza di loro molto monumenti resterebbero chiusi. Certo, tutto può essere sempre migliorato ma oggi da parte delle Proloco ed anche dei gestori delle strutture ricettive c’è più consapevolezza. L’unico grande ‘dramma’ che non si riesce a risolvere sono i bagni pubblici Anche qui in alcuni casi le Proloco ci vengono in aiuto, ma non è sufficiente. Inutile essere ipocriti: le persone viaggiando camminano, mangiano, bevono e necessariamente necessitano di bagni. Sfido chiunque a godersi una visita rilassante e le tante bellezze che la Ciociaria offre, dovendo trattenere per lungo tempo impellenti bisogni fisiologici. Scusi la franchezza ma il turismo è fatto di tante accortezze! Capita che in alcune cittadine turistiche i gestori dei bar si risentano nel vedersi arrivare trenta persone di corsa tutte insieme in cerca di una toilette. Ed è comprensibile, ma il turista è incolpevole, sono le amministrazioni comunali che dovrebbero essere più attente a questo problema. Sono certa che nessuno si rifiuterebbe di pagare l’ingresso ad un bagno pulito”.
Essere guida turistica in Ciociaria oggi, con il Covid che ancora limita ed una situazione economica generale non delle migliori. Cosa vede lei nel futuro? Mi spiego meglio, quale potrebbe essere la svolta decisiva? “Richiamare l’attenzione dei turisti delle regioni a noi più vicine e di città con Roma e Napoli, già ci consentirebbe di lavorare tutto l’anno. E poi una sana collaborazione dei vari paesi e delle varie figure per creare un sistema turistico integrato. Navette dalle stazioni F.S. ai vari comuni, fruibilità dei monumenti la cui apertura oggi è assicurata solo da alcune Proloco. La pubblicità per far conoscere questa meravigliosa terra di cui molti hanno convinzioni errate e purtroppo ancora ‘vittima’ di stupidi luoghi comuni. Mi è capitato di lasciare un gruppo proveniente da Verona che mi ha confessato di essere venuto in Ciociaria non perché si aspettassero luoghi particolarmente belli e interessanti, ma solo per avere il piacere di a stare insieme. A fine visita si sono sentiti in dovere di complimentarsi anche per la bellezza del paesaggio e la pulizia dei borghi, cosa che purtroppo non si può dire per i margini delle superstrade ed alcuni bordi strada comunali invase da buste di spazzatura! Non è un bel biglietto da visita che sposta in secondo piano la bellezza e l’amore per questa terra che noi e tanti come noi, cerchiamo di infondere nei visitatori”.
Lei è una tra le guide turistiche abilitate più affermate e richieste della provincia, ma ha anche molti colleghi di alto spessore. In sincerità, c’è collaborazione tra di voi o solo benevola competizione? “Come in tutte le categorie c’è competizione ovviamente, ma tanto rispetto reciproco. Ci sono scambi di opinioni talvolta condivisi altre no. I miei colleghi/e sono tutte figure professionali preparatissime che non solo hanno sostenuto un esame per essere guide ma continuano a studiare, scoprire e aggiornarsi. Sono disturbata invece da persone che nella vita hanno fatto altri mestieri o fanno altri mestieri e ora si prodigano, talvolta anche gratuitamente, a operare come guide turistiche senza avere il titolo per farlo. Guida turistica non ci si improvvisa. La guida turistica è una professione normata da una legge e ovviamente come liberi professionisti siamo tenuti a pagare tasse e contributi ; con il nostro lavoro sosteniamo le spese delle nostre famiglie e lo Stato con il pagamento dei tributi. Come tutti gli altri lavoratori, pertanto, le autorità preposte sono chiamate a fare controlli per non alimentare il fenomeno dell’abusivismo sempre più dilagante. Non solo in Ciociaria, ma in tutta Italia”.
Monia Lauroni