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Sport – Michael Schumacher: la leggenda di un uomo normale che lotta tra la vita e la morte

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“La persona che ricordate, l’uomo che vedete e rivedete nella vostra memoria, il campione di formula uno non esiste più”.

Con queste brutali parole dagli ambienti vicini a Schumi si fanno presenti le condizioni di salute del pilota tedesco.
Io però a queste parole non voglio arrendermi, non voglio crederci, non posso farlo.

Quanto l’ho amato Schumi, quanto l’ho venerato mentre correva a trecento all’ora con la Rossa di Maranello riuscendo a riportarla sul gradino più alto del mondo dopo anni bui, anni in cui la Ferrari era diventata scuderia di secondo o addirittura terzo piano.

Vincevano tutti in quegli anni, Williams, Mc Laren, Benetton, tutti… ma la Ferrari no. E per un amante delle corse automobilistiche questo non poteva essere altro che un grandissimo dispiacere.
Schumi nel 2000 ha messo fine a questa tristezza durata ventuno anni dall’ultimo successo Ferrari datato 1979.

Ha ridato forza e popolarità al cavallino con il suo modo straordinario e meticoloso di guidare scuderia e macchina.
Ha preso la Ferrari in un momento critico e l’ha riportata ad essere vincente, invidiata ed in alcuni casi anche odiata da quelli che non vincevano più e che avrebbero preferito vederla morta e sepolta.

“Zio corri che parte la corsa, c’è Schumi in pole…”.
Quante volte ho pronunciato questa frase di domenica pomeriggio nel solito e consueto pranzo domenicale. Per 68 volte l’ho urlato perché 68 sono state le pole position in carriera del campione tedesco. Nessuno ha fatto meglio di lui. Nessuno. Mai.

91 volte di quelle 68 è riuscito anche a vincerlo poi il gran premio perché lui era uno di quelli che quando andava in fuga non lo vedevi più, partiva, spingeva e lo ritrovavi sul traguardo con le mani al cielo in segno di vittoria.

Quante volte le hai alzate quelle mani al cielo e quante volte io ho pianto davanti alla tv anche di mattina presto: le 6 di mattina nella famosa “Alba Rossa” in Giappone, a Suzuka, durante il tuo primo titolo con la Ferrari.

Da lì’ in poi è stato sempre un crescere di vittorie e popolarità. Gran premi vinti, pole position, giri veloci, tutto quello che si poteva fare su un autodromo di formula uno tu l’hai fatto.

Io per questo ancora non mi rassegno al fatto che sei lì, in quella stanza immobile senza poter dire niente mentre tutto il mondo rosso ancora tifa per te. Nessuno si è arreso all’idea di non vederti più e io più di chiunque altro.

Ho iniziato a seguire la formula uno grazie a te e ora voglio che tu ti svegli perché fremo dalla voglia di ringraziarti.

Svegliati Schumi, che il popolo rosso ti aspetta per continuare a correre a trecento all’ora come solo tu sapevi fare.

 

Massimo Papitto