“Qualcuno ha detto che, dopo Auschwitz, non sarebbe stato più possibile fare poesia – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – Come possono convivere, nell’animo umano, la scintilla del bello, la capacità di suscitare sentimenti ed evocare immagini attraverso un’arte così sublime, insieme all’orrore, alla brutalità, alla violenza? Come è stato possibile lasciare che un odio cieco e insensato avesse la meglio sul sentimento di umanità e su quei valori sui quali, ancora oggi, fondiamo la nostra convivenza civile, ossia la solidarietà, la tolleranza, la libertà, la democrazia? Eppure, come ogni 27 gennaio, siamo qui a testimoniare che il mondo intero, quasi alla metà del secolo scorso, si è inabissato in una spirale di terribile ferocia e che proprio l’arte, la letteratura, la musica, il cinema, si sono spesso incaricati di imprimere, più efficacemente, nella memoria di grandi e piccoli, cosa è stata la Shoah e il suo carico di dolore, sofferenza, disumanità. L’esercizio della memoria, dunque, è il dovere che dobbiamo portare avanti, tutto l’anno, perché – con le parole di Primo Levi – “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario””.