I ricercatori della Griffith University, in collaborazione con altri studiosi, hanno scoperto a Mata Menge (Indonesia) dei resti degli antenati dell’Homo floresiensis, una specie umana pigmea rinvenuta tredici anni fa sull’isola Flores.
Era settembre 2003, quando nella cava di Liang Bua vennero trovati i resti di una donna primitiva, vissuta all’incirca 70.000 anni fa, alta un metro e con un cervello di dimensioni ridotte, più piccolo di un comune scimpanzé.
Ora, i fossili che sono stati scoperti, oltre ad avere dimensioni simili rispetto a quelli sopracitati, sono almeno dieci volte più antichi. Adam Brumm, ricercatore presso la Griffith’s Research Centre of Human Evolution, tra i primi ad iniziare gli scavi a Mata Menge nel 2004, ha dichiarato che questa nuova scoperta è di fondamentale importanza per ricostruire la storia degli “hobbit”. Brumm afferma “Noi abbiamo portato alla luce fossili appartenenti a tre individui, tra cui due bambini, insieme a strumenti di pietra molto simili a quelli realizzati dal più giovane Homo floresiensis. C’è una sorprendente somiglianza per quanto riguarda dimensioni e forma tra i primitivi di Mata Menge e l’hobbit di Liang Bua, il che è stupefacente visto che i primi sono più vecchi di diverse centinaia di millenni. Questo suggerisce che gli ominidi di Mata Menge appartenevano ad una popolazione di hobbit che diede origine all’Homo floresiensis”.
Come confermato dallo stesso Brumm, l’area di Mata Menge è una vera e propria miniera d’oro, ricca di potenziali nuovi fossili che potranno fare ancora più luce sull’evoluzione umana.