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Sciopero portavalori l’1e il 2 agosto, problemi in arrivo soprattutto per i pensionati, prelievi e pensioni a rischio

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I Portavalori hanno confermato lo sciopero previsto per giovedì 1 agosto ed esteso a venerdì 2 agosto. Durante la prima settimana del mese, dunque, potrebbero esserci dei problemi con i prelievi bancomat.

Dietro a questo sciopero nazionale una richiesta precisa: quella di ottenere il rinnovo del contratto (fermo dal 2015 per gli addetti ai lavori). Che lo stop proclamato potrebbe avere delle ripercussioni negative sui prelievi bancomat, però, lo hanno fatto sapere i principali Istituti bancari operanti in Italia come, per esempio, Intesa San Paolo. Su questi eventuali disagi, invece, non si sono ancora espressi quelli di Poste Italiane, che non hanno diramato alcuna informazione al riguardo.

A rischio, quindi, saranno soprattutto le pensioni o, per meglio dire, la loro erogazione. Lo sciopero portavalori che, come anticipato sopra, si svolgerà durante la prima settimana di agosto, potrebbe infatti rallentare gli accrediti della pensione previsti per il primo di ogni mese e, quindi, anche quelli dell’uno agosto (proprio il giorno in cui lo sciopero avrà inizio).  La protesta dei portavalori, inoltre, potrebbe complicare i trasferimenti di denaro di tutti quei correntisti che si trovano ad operare con bancomat e carte di credito nelle zone dove i pagamenti sono più difficoltosi.

Dello sciopero, in realtà, se ne era parlato già ad inizio luglio, ma si è dovuto aspettare fino alla fine del mese per avere l’ufficialità. Ad indirlo sono stati i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs che hanno chiesto per i portavalori il rinnovo del contratto nazionale e il suo miglioramento.

I punti su cui le rappresentanze sindacali hanno deciso di insistere sono, nello specifico, il miglioramento del salario, la bilateralità, le condizioni di sicurezza e salute, il cambio appalto e, in fine, la contrattazione di secondo livello.

Le decisioni che verranno prese dopo lo sciopero, ovvero nei giorni (e settimane) a seguire l’1 e il 2 agosto, coinvolgeranno ben 70 mila addetti alla vigilanza privata e dei servizi fiduciari, tutti in attesa del nuovo contratto nazionale (fermo esattamente da 3 anni e mezzo per i lavoratori del settore).

La questione, quindi, è di rilevanza nazionale, e per questo motivo ha attirato l’attenzione di tutti oggi.