HOMEPAGE CULTURA Roberto Tomei e la sua Supino degli anni Sessanta

Roberto Tomei e la sua Supino degli anni Sessanta

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Lo scrittore Tomei già qualche tempo fa aveva dato lustro visionario e cronachistico alla storia di Alatri nel suo “Fuori c’era il Sessantotto ma non ce ne accorgemmo. Ricordi del Conti Gentili”. Ora continua la sua narrazione con “Tutto il tempo che volevo” di recentissima pubblicazione. Il libro parte come cronaca intima fino a toccare momenti della grande storia nazionale, dove i mille personaggi sono disegnati con cura e maestria inconfondibile. Nella Supino degli anni Sessanta si svolge il racconto emozionante, storicistico e personale dell’autore, al tempo dei fatti ancora ragazzino. Leggendo la prosa limpida e piana che non disdegna di offrire più di qualche pagina di autentica bravura stilistica, ci addentriamo nel microcosmo della provincia che all’istante rispecchia e riflette tutto un mondo. Per Tomei vale a pieno titolo la riflessione che fu di Balzac, poi ripresa da Carlo Sgorlon: “Comincerò col dire che io sono uno di quegli scrittori fortunati che hanno una provincia da raccontare”. Già, la fortuna però Tomei l’ha saputa raccogliere e sviluppare appieno attraverso lo studio di Supino e dell’intera Ciociaria. La grande storia passa veloce e accattivante attraverso la vita del piccolo borgo, evidenziando la vita quotidiana in tutti i suoi aspetti, fino a collimare con quei grandi eventi in apparenza lontani. Ed è questo il segreto del libro: macro e micro storia che si fondono in un grande affresco da leggere, rileggere e conservare nello scaffale più vicino alla nostra scrivania, da tenere a portata di mano, tanto e tante sono le notizie utili a cui possiamo attingere in ogni momento della nostra vita.

Patrizio Minnucci