Un vero e proprio indicatore vivente dello stato di salute dei territori in cui vive, un marcatore di salubrità che ha sei zampe, due lunghe antenne ed una splendida livrea azzurra e nera, grazie alla quale è conosciuto come l’insetto più bello d’Europa. Chi conosce bene Prato di Campoli giura che quell’ospite è di casa sul meraviglioso pianoro montano di Veroli, ma i manuali di entomologia e le pubblicazioni specializzate lo incasellano fra le specie molto rare. Delle due l’una quindi: o non è poi così raro oppure a Prato di Campoli le specie rare sono a casa loro. Lui ha un nome scientifico abbastanza astruso, “Rosalia Alpina”, ma è un coleottero, un insetto cioè che ha trasformato due delle sua quattro ali in ‘elitre’, cioè in rivestimenti rigidi per tenere al sicuro le altre due. Con una varietà di colori, combinazioni e fogge da rendere il genere una delle nicchie biologiche più affascinanti del pianeta. Il coleottero per eccellenza, il più ‘pop’, è la coccinella, ad esempio. La specie ritrovata in questi giorni a Prato di Campoli è un Cerambice, per la precisione un cerambice del faggio. E non poteva essere altrimenti, visto che proprio le immense faggete sono il tratto distintivo della vegetazione del pianoro ernico. Secondo il portale ufficiale dei parchi italiani «questa specie di raro coleottero è protetta dalla Comunità Europea ed è elencata nell’Allegato II della Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE) come specie “prioritaria”, ovvero “specie la cui salvaguardia richiede la destinazione di zone speciali di conservazione”, e nell’Allegato IV come specie la cui salvaguardia richiede una protezione rigorosa». Una rarità con le ali insomma, rarità che però a Prato di Campoli pare aver trovato la sua nicchia ed il suo habitat ideali, a conferma della salubrità assoluta del polmone verde verolano. Secondo un articolo di Daniele Frigida sul portale on line dei monti Simbruini, dove il ritrovamento di quattro esemplari ha fatto quasi gridare al miracolo, «la Rosalia alpina (o Cerambice del faggio) è un coleottero xilofago della famiglia dei Cerambycidae; per le sue dimensioni notevoli (risulta essere infatti tra i più grandi rappresentati dell’ordine dei Coleoptera, raggiungendo anche i 40 mm di lunghezza) e per la sua colorazione vistosa viene spesso definito come “il coleottero più bello d’Europa“». Un ‘più bello’ che abita a Prato di Campoli e che diventa in questo caso il meraviglioso alfabeto con cui la Natura comunica il suo stato di grazia.
Monia Lauroni