Sacro e terreno, umano e divino, liturgico e magico, popolare e altisonante, sospeso e in movimento.. È il Presepe Artistico Verolano, una tradizione che incanta da oltre trent’anni e che va oltre la rievocazione di un avvenimento. Anche il locale dove è allestito ha un significato speciale per i verolani: quel luogo ha ospitato per anni lo storico convento dei frati Cappuccini. Una porta in legno ed appare davanti gli occhi il maestoso presepe. Si resta cosí ad ascoltarne gli odori e i rumori che variano a seconda dell’ora. Anche le luci cambiano i loro bagliori, creando un paesaggio in movimento e pieno di particolari. Il tempo all’interno del Presepe di Veroli è scandito da quattro fasi, l’alba, il giorno, il tramonto e la notte che si ripetono magicamente con la stella cometa che attraversa l’arcata celeste, le stelle, il rumore ascetico del ruscello che scende. Angeli che appaiono e scompaiono come in un complicato gioco di specchi. Si fa notte e si fa giorno, e le case al loro interno prendono vita. I panni stesi, le ciotole sui tavoli, le figure immobili in azioni già compiute. Muschi e rocce, grotte e castelli che appartengono alla poesia delle rovine. Impervi sentieri conducono dalle suggestive montagne innevate alla grotta, luogo della nascita miracolosa. Un viaggio dall’alto verso il basso, un viaggio ove vincendo le angosce del buio, si partecipa alla rinascita della Vita, al trionfo del sole sulle tenebre. Una storia di uomini, di cammini, di tempo che scorre, di Dio. Il frutto dell’impegno e del lavoro del nuovo comitato organizzatore, che ha proseguito una tradizione che non poteva finire, dando sostanza a nuove idee e nuovi allestimenti per regalare ai tanti visitatori lo stupore unico del Presepe Artistico Verolano, realizzato da Gabriele Pintus, Damiano Carinci e Diego Stirpe. Visitabile fino al 6 gennaio, ultimo giorno per ammirare la pienezza di questo capolavoro, la sua anima che cambia come cambiano le ore, le sue notti e le sue luci che dispensano storie di creato, di rinascite e benedizioni.
Monia Lauroni