Dal sole festaiolo di un’estate finita da ore, al bianco innevato di un autunno che pare già inverno, così, senza cerniere. E Prato di Campoli diventa in una notte icona di una bellezza multitasking che ha visto il pianoro verolano passare dalle grida dei bambini nell’erba al sussurro del vento sulla coltre bianca che lo ha ricoperto stanotte, dal fumo dei barbecue alla nebbia delle piogge solidificate in ghiaccio. E’ la magia di un posto già magico di suo che ha regalato la sua ultima sorpresa. Ultima solo in ordine di tempo. Perché se c’è un luogo che meglio di tutti sa descrivere le ubbie del tempo, gli umori delle genti e lo strapotere della natura quello è Prato di Campoli a Veroli. Un regalo di settembre che ha intimamente ribaltato il valore del tempo, scomposto e incurante del suo stesso calendario. Sotto il bianco ancora i colori dell’autunno che premono a riscattare gli sguardi rubati. Bellezza di una Natura artista, carezzata da quella coltre diafana che aiuta ad imprimere nella memoria paesaggi apparentemente vissuti solo un soffio di tempo, ma che si saldano prepotentemente nella magia della terra ernica abitata da troppi ciechi e pochi felici. Siamo a Veroli, in uno dei tanti 26 settembre vissuti che ci esorta a pensare che non tutto è irremissibilmente previsto da sempre.
Monia Lauroni
(Foto: Il Faggio Prato di Campoli)
