L’8 dicembre 2020 sarà un giorno consegnato di diritto alla storia. Protagonista assoluto, Papa Francesco. Non occorre essere credenti per capire l’impatto emotivo generato dall’immagine del Pontefice, raccolto alle prime luci dell’alba in solitaria preghiera davanti alla statua mariana nel centro della capitale per un atto di venerazione in forma privata alla Vergine, in una delle piazze abitualmente più gremite del mondo. Più delle parole il silenzio, peraltro premiato da un momento di suggestiva pioggia che ha aggiunto un’aurea mistica di rara intensità. La sacralità solitaria di un uomo vestito di bianco che riesce a trasmettere messaggi di una potenza spirituale che non hanno eguali. Con un mazzo di rose bianche deposte alla base della colonna dove si trova la statua della Vergine ha affidato Roma e il mondo all’Immacolata. E’ un momento che paralizza, rende muti al punto da riuscire a sentire le gocce di pioggia su un Natale che non c’è. Ci sentiamo come foglie al vento staccate dai rami, in file ordinate, vestiti di silenzio e paura. Ancora increduli di essere caduti a terra mentre l’albero della vita viene accarezzato dalla prima neve che copre ogni speranza. Quel poco che scorre lo fa così lentamente da sembrare non nostro. Facciamo nostri questi messaggi intensi: non perdiamoci, soprattutto ora.
Monia Lauroni
