Foto onrugby.it
Grande spettacolo per l’inizio dell’edizione 2024 del 6 Nazioni di Rugby. Stadio Olimpico pieno con oltre 15000 tifosi inglesi che canteranno per la prima volta a Roma “God save the King”. Tante le aspettative per l’Italia che in panchina presenta il nuovo coach, l’argentino Quesada, mentalità inglese ma formazione francese da giocatore e allenatore. Presenta una formazione nella continuità, scelta obbligata per il poco tempo avuto a disposizione. Di fronte l’Inghilterra il paese che ha creato questo gioco, che ha ottenuto il terzo posto ai mondiali dell’anno scorso. La squadra della perfida Albione si basa sulla forza fisica e sul gioco veloce. Roma si presenta al meglio con una giornata primaverile.
I primi tre punti dell’incontro sono azzurri. Al quinto minuto Allan trasforma un calcio di punizione. E continua il momento di gioco deciso degli azzurri con la meta di Garbisi e la trasformazione di Allan all’11 per il 10 a zero momentaneo per l’Italia.
Al 15’ però Ford conferma la sua fama di cecchino che trasforma i primi tre punti per i bianchi.
Ancora cinque minuti in cui l‘Italia sembra aver esaurito La spinta iniziale e al minuto venti le squadre sono più vicine con il punteggio 10 a 8.
Il fiato sul collo da parte degli inglesi produce una reazione negli azzurri e ci regala la seconda meta di Allan e ci rimettiamo a distanza di meta con il 17 a 8.
La forza fisica di impatto dei bianchi li porta ad un passo dalla meta, rinunciano ai possibili tre punti del calcio di punizione con cinque fasi di attacco, alla fine delle quali gli inglesi sono costretti a scegliere i tre punti del calcio di punizione. Quesada ci avrebbe messo la firma per il punteggio di 17 a 11 ai 30 minuti.
Purtroppo gli azzurri commettono troppi falli e al 38° minuto Ford si avvicina a 17 a 14, che è il punteggio del primo tempo.
L’inizio del secondo tempo è di marca inglese che al 45° minuto vede il sorpasso dei bianchi che vanno in meta e trasformano per il 17 a 21.
Alterne fasi di gioco portano a 24 i punti per l’Inghilterra con l’ennesimo calcio di punizione di Ford.
La frenesia del recupero causa errori semplici agli azzurri e ci porta a subire le mischie inglesi.
Bel movimento in uscita dell‘Italia da una mischia che ci porta al calcio di punizione per gli azzurri che purtroppo Allan non trasforma, lasciando il punteggio a 17 a 24.
Speriamo che i cambi, da ambo le parti, portino energie mentali più che fisiche. Errori nell’uscita dai placcaggi portano, grazie al piede di Ford, altri tre punti agli inglesi che con il più dieci, 17 a 27, ci negano anche il punto bonus difensivo.
Al 69° per la prima volta vinciamo una mischia e proviamo a risalire il campo. Arriviamo vicini ai tre metri ma poi riparte l’Inghilterra, fermata da un in avanti su una minaccia di meta.
Al 75° Elliott Dany falcia Garbisi che stava andando in meta e si becca un giallo con espulsione temporanea e costringe i suoi a rimanere in 14 fino alla fine della partita.
A tempo scaduto viene espulso anche il capitano azzurro Lamaro. Gli inglesi preferiscono giocare e perdono il possesso. Gesto che gli costa perché il grande e prolungato possesso azzurro porta Ioane alla meta, trasformata da Garbisi per un finale 24 a 27. Partita che termina al minuto 84 e che lascia un po’ di amaro in bocca agli azzurri che hanno pagato la lunga mancanza di possesso del secondo tempo.
Alfredo Salomone