“A casa noi non giochiamo con la Playstation”. Dopo che il Comitato tecnico scientifico ha dato parere favorevole al rientro a scuola in presenza al 50%, e fino al 75%, degli studenti degli istituti superiori, è scattata la protesta anche in alcuni Licei della provincia di Frosinone. Tra gli alunni che hanno deciso di alzare la voce contro un rientro ritenuto “folle” ci sono pure gli iscritti all’IIS Sulpicio di Veroli. La protesta al momento non sembra essere ‘strutturata’, si diffonde a macchia di leopardo, ma tanti studenti hanno deciso di non presentarsi in classe. Per gli studenti del Sulpicio, che comunque riconoscono appieno gli sforzi e l’impegno dell’Istituto per assicurare agli iscritti una vita scolastica più sicura e tendente al confronto ed alla normalità, gli orari ‘allargati’ rappresentano un grandissimo ostacolo alla serena ripresa delle lezioni. Orari che sacrificherebbero gran parte della giornata, impedendo agli stessi alunni ed anche al personale docente qualsivoglia attività personale. “Pur essendo pienamente coscienti del valore assoluto della scuola, la situazione grava molto in un periodo dove già si é tutti emotivamente provati. Il rientro a casa in orari fuori dal comune impedisce a molti di noi di proseguire negli studi per la preparazione universitaria, ci paralizza nelle attività sportive a livello agonistico. Si parla tanto di futuro, ma in questo modo ce lo stanno rubando dalle mani. Non vogliamo tornare a casa per giocare alla Playstation, come sicuramente in molti pensano, non siamo tutti perdigiorno, come in tanti ormai ci hanno etichettati. Siamo solo giovani che hanno il diritto di inseguire i propri sogni. Ed i sogni richiedono impegno e, purtroppo, tempo. Inoltre un altro punto all’ordine del giorno, chiaramente legato al problema dell’orario, è quello riguardante i trasporti pubblici, servizi che volenti o nolenti tutti noi studenti siamo obbligati ad utilizzare almeno una volta al giorno. Gli organi istituzionali – sostengono ancora gli studenti – avevano assicurato che i mezzi non sarebbero stati pieni, promessa che in realtà è sempre stata lontanissima dall’essere concretizzata, nonostante l’incremento delle corse. In essi oltretutto le distanza sociali non sono fisicamente rispettabili se si vuole arrivare in orario a scuola”. Gli stessi alunni tengono a precisare che lo scopo delle loro manifestazioni di dissenso, hanno solo lo scopo di manifestare un disagio e non un movente per ‘saltare la scuola’. “Il nostro scopo – precisano gli studenti – é quello di avere una maggiore sicurezza e più tutele. Proprio perché la scuola ci insegna a sviluppare un senso critico che ci possa permettere di affrontare al meglio le sfide che ci presenta la vita oggi ci ritroviamo ad alzare questa protesta, che sappiamo per molti sará ritenuta ingiustificata. Chiediamo solo di essere ascoltati e la massima collaborazione da parte di tutti gli organi preposti e state certi che noi saremo pronti a fare lo stesso”.
Monia Lauroni