Alberto Minnucci è senza dubbio il più grande scrittore della storia recente di Alatri, eppure il suo capolavoro “L’orologio ad acqua. Confidenze alla macchina da scrivere” è stato da tempo collocato nel dimenticatoio. Eresia! Perchè non si può scrivere in modo più penetrante di Alberto. Fu e resta il maestro per antonomasia degli scrittori della nostra città.
Ce ne rendiamo conto rileggendo il libro suddetto. Non si può scrivere meglio, non si possono dire cose più serie con più aerea leggerezza, con più perfetto dosaggio di furore, umorismo e fantasia picaresca. L’orologio ad acqua è un’opera completa che fornisce la misura della inesauribile versatilità dell’autore. Minnucci si pone di fronte ai fatti della vita come dinanzi a una lavagna vuota, cioè parte dalla negazione di ogni verità che non proceda dalla verifica della ragione. Di qui i suoi micidiali colpi di piccone contro tutti i luoghi comuni. Lo stile trova la sua applicazione più congeniale nella sintesi rapida, il fraseggiare geometrico, il contrappunto icastico e tagliente. Delle Confidenze alla macchina da scrivere in prosa e in versi non ve n’è una che non contenga qualche scintilla del genio di Alberto Minnucci. A distanza di tempo si può rileggerle tutte senza trovarvi un aggettivo superfluo, un grammo di adipe, ed emergere da questa scorpacciata con una fame intatta per il nostro Alberto.
Patrizio Minnucci