HOMEPAGE CULTURA Lorenzo Reali, da Monte San Giovanni Campano alle pagine di ‘Perimetro’

Lorenzo Reali, da Monte San Giovanni Campano alle pagine di ‘Perimetro’

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Cogliere l’attimo. No, fermare il momento. Neanche, troppo scontato e troppo riduttivo per provare a descrivere in un’azione compiuta il lavoro emotivo e di tecnica che si cela dietro gli scatti del giovanissimo fotografo monticiano Lorenzo Reali.

Freschi talenti ciociari sempre più apprezzati e ricercati. Da Monte San Giovanni Campano alle pagine di “Perimetro”, la rivista per eccellenza nazionale in fatto di fotografia. Lorenzo ha 21 anni, ma i suoi slanci in punta di obiettivo hanno già toccato vette altissime con la pubblicazione tra i migliori scatti su PhotoVogue.

Un monticiano nel cuore di Milano, per scelta e per continuare a studiare le sue passioni che secondo il suo sentire più profondo hanno subito una variazione d’angolo dalla moda alla fotografia. Seguire le passioni non è sempre cosa semplice, ci sono zaini pesanti da portare in spalla, curve, salite, cadute e sentieri pietrosi da scalare senza funi né teli che attenuano cadute improvvise. Ma Lorenzo, con la testardaggine dei suoi anni, ha sempre saputo che la sua vita non sarebbe stata veramente ‘sua’ se non l’avesse vissuta con una macchina fotografica come fedele compagna di viaggio.

Un percorso non proprio semplice che parte da un paesello di provincia per approdare in una metropoli sconosciuta cui seguono fieri i successi che mostrano con evidenza i segni di un’energia ‘flashant’ che lo pervade. Il progetto che ha toccato profondamente le corde dei redattori di Perimetro, nasce esattamente dall’osservazione e dall’amore per il suo paese natio. Per la sua gente genuina e piena, innocente e lontana dal rumore del mondo. I loro volti segnati come cortecce d’albero, le loro mani con le unghie sempre troppo corte. L’autenticità della gente di paese, fresca e quieta come acqua che aspetta nei pozzi. In particolare i bambini, ‘studiati’ nel periodo che ha segnato l’uscita dal primo lockdown, il loro ingenuo e sfavillante ritorno alla vita.

L criatur mia’, questo il nome del progetto, già a dirlo porta in sè, nel suo vernacolo, quello che i suoi occhi attenti hanno provato, riuscendoci sublimemente, a catturare. Un lavoro di sguardo e anima, di attimi e di giorni passati a studiare ogni minima contrazione dei loro volti, ogni singolo sguardo, ogni promettente sorriso. Le corse nelle campagne, la gioia incosciente e inconsapevole di non capire ancora tutto, lo stupore, la noia, il gioco, la libertà delle loro menti.

E sì, perchè Lorenzo è riuscito a catturare la bellezza dei loro pensieri, la gemma sul ramo della loro anima. Si è spinto più in là della carne e delle ossa. E si è rivisto com’era, come quei bambini e quei bambini sono diventati uno specchio che gli ha riportato un’immagine di sé che non vuole mai dimenticare. Tutto con una tecnica in bianco e nero che riporta all’immaginario momenti di altri tempi, come quando si era usciti dalla guerra e c’era intorno un mondo di macerie da ricostruire.

Lorenzo ha costruito la sua vita, mattone dopo mattone, trovando anche nell’inanimato un modo tutto suo per comunicare con gli oggetti e con le cose. Di quei bambini anche le maglie che indossano raccontano qualcosa, la terra che calpestano, le sedie su cui riposano. Questa la magia di Lorenzo, trovare un’anima in tutto quello che guarda, che fotografa, che immortala. Un successo meritato che è solo l’inizio di uno sfavillante futuro.

Quando la bravura parte dal sentimento, quando prima il cuore che l’occhio poi le dita fulminee sanno cogliere oltre un prato fiorito, il verde stanco di una cimice poggiata su una foglia, quello si chiama talento. Ai riconoscimenti nazionali, si aggiungano anche gli onori della sua terra ciociara.

Monia Lauroni

Per saperne di più:

L criatur mia

https://www.instagram.com/_._zeno/