Inutile girarci intorno, il commercio è in crisi. Il Paese è in crisi, senza distinzioni di luoghi grandi o piccoli, meridiani o paralleli, paesi e metropoli. A Veroli c’è una via, via Gracilia, che è un po’ la vena del paese ‘obbligata’ per addentrarsi nelle bellezze architettoniche e paesaggistiche del centro, che grazie alle donne, cinque straordinarie donne, riesce ancora a tenere aperte le palpebre, iniziando il passante alla legge sorprendente del luogo.
E’ proprio così, tra insegne sbiadite di tempo e porte blindate come negli anni di guerra, arriva un tratto di via in cui pare che la falce non sia arrivata. Sei porte aperte, sei vetrine sfavillanti, cinque donne che hanno resistito eroicamente, con non pochi sacrifici, alla forte crisi globale che ha portato allo sfinimento l’anima di tutti i paesi: il commercio. Loro non hanno ceduto, sono lì, non hanno paura se il tempo non è buono, se c’è pioggia o se c’è il sole. Combattenti e fiere di accendere quelle luci che illuminano volti e tratti di via.
Due ‘api regina’ per tradizione e per passione e tre meravigliose collaboratrici che scandiscono ogni giorno il tempo. Le serrande che si alzano al mattino e si chiudono alla sera, un orologio di vita che sfida le leggi della desertificazione. La ‘Via’ en rose, ci perdoni Edith Piaf, ma siamo certi avrebbe apprezzato, vive grazie a queste cinque donne. Instancabili lavoratrici, coraggiose, sorridenti, creative e gentili. Quelle vetrine sfavillanti d’oro e pietre preziose, altisonanti di ceramiche e cristalli, ebbre dei colori più trend dei bambini, eleganti e curate, che cambiano come cambiano le stagioni sono le testimoni che c’è ancora vita se la vita la vesti di luce e di coraggio.
Donne che curano i dettagli, si reinventano ogni giorno, creano cascate di luci e suoni ogni volta che viene festa. Tappeti rossi a Natale, addobbi splendenti in mezzo al buio, tanta voglia di fare, di crescere, di offrire una visione di Veroli che sa stare al passo coi tempi e la certezza di affidarsi a mani e menti competenti, glamour, e mai stanche. Per lavoro, per passione, per amore e dedizione a Veroli, perché il rapporto sociale non è mai cambiato nel tempo: è sempre stato ed è tuttora il primo saluto del commerciante sull’uscio del suo forziere che fa il buono o il cattivo tempo. E queste donne straordinarie di coraggio, di caparbietà, di positività ne hanno ‘da vendere’.
Visto così il commercio non è solo una questione di marketing, ma di amicizia, di voci che ti invogliano ad uscire di casa anche solo per un buongiorno, di quei leggeri rumori al mattino che annunciano l’arrivo di un nuovo giorno. Se è vero che il futuro è donna, a Veroli avrà sicuramente i loro nomi: Raffaella, Guja, Francesca, Irene e Tiffany, quelle della ‘Via’ en rose.
Monia Lauroni