Da ‘bona’ a ‘bonissima’, ma sempre Sora Locì. La trattoria verolana di Carlo Fiorini trionfa anche quest’anno sulla guida Slow Food Italia. Quartini di vino, tovagliette di carta, il profumo schivo del coccio sul fuoco. Carlo è rimasto l’ultimo dei romantici. Sarà che a noi l’avocado non ci ha mai convinto, come le tinte pastello, i locali studiati a tavolino, l’ostrica solitaria, le tovaglie di lino e le stoviglie che sembrano quadri di De Chirico. Sarà che la vita spesso sembra una grande operazione di marketing, che abbiamo trascorso troppo tempo a pensare come staccarci da un passato che ci mostrava agli occhi del mondo zoticoni e allegri, sarà che dalla civiltà di briscola e tressette siamo diventati consumatori di giga e storie Instagram. Che dimentichiamo poco dopo. Qualcuno ha deciso di cambiarci i connotati a tavola, ma noi popolo ciociaro siamo ancora quelli della stufa a legna e della ciotola di coccio. Quelli della panzanella, del lato verace del cibo. Sora Locì è tutto quello che era casa, piatti tradizionali e lunghi tempi di cottura. Nel nome del primo, del secondo, del contorno e dello spirito santo. nella trattoria verolana che affaccia sul lato della cattedrale e si nasconde dal campanile dietro alberi rugosi, gli ordini sono fatti sui block notes, le tovaglie di carta con le scritte in dialetto, i cestini di pane fresco e profumato posti in mezzo al tavolo, le parananze del simpaticissimo staff. Qui le fettuccine si tagliano a mano a filo d’unghia. Nessuno chef superstar, qui in cucina c’è Carlo che spesso serve pure a tavola, che fa i conti e gestisce anche il sottofondo musicale. Pensate agli stornelli vero? E no, qui la gricia e il bollito te lo servono a colpacci di Motley Crue. E preparatevi ad una novità. Sora Locì Bona Vergli, diventerà anche bottega. Una bottega di quartiere. Ma non si tratta di improvvisazione, è un progetto ovviamente studiato con attenzione. L’idea è quella di ricreare quelle botteghe di una volta, dove anche solo a passarci davanti ti veniva voglia di comprare qualcosa. Un punto di ristoro, anche confusionario, pieno di prodotti di alimentari di altissima qualità, i migliori delle nostre terre, una bottega anche piena di storie. Questa però è un’altra portata che vi racconteremo un po’ più in là. Per ora, caffè alla moka e applausi alla nostra mitica ed inimitabile Sora Locì.
Monia Lauroni