HOMEPAGE CULTURA “La follia di Aiace” di Alberto Kofi (La Prova)

“La follia di Aiace” di Alberto Kofi (La Prova)

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Leggendo l’opera prima di Alberto La Prova (in arte Alberto Kofi) “La follia di Aiace”, come nelle migliori tradizioni dei lettori, ci si affeziona ai personaggi e nelle pagine finali si avverte una certa nostalgia e un dispiacere vivo nel sapere di doverli abbandonare.

Costoro, oltre al poeta, sono i poverissimi, i diseredati, gli ultimi degli ultimi, che Kofi ha conosciuto e frequentato sin dentro la propria anima. Tuttavia si ha come l’impressione che la vera protagonista sia in realtà la lingua, la sonorità di una lingua da cui sboccia come un fiore l’accento, sì che il ritmo delle liriche tutte fluisce nella suggestione di questo richiamo, e sembra di ascoltare la voce di Caterina Bueno, di Nada Malanima, quella favella che sonora discendea nei versi di Villon. Una lingua variamente articolata e che dispone di registri alti e di inflessioni gergali e che in alcuni momenti vira anche in direzione del parlato.

Alberto Kofi ama visceralmente l’italiano, la sua struttura latina e greca per ampie campate sintattiche, la sua musicalità, la sua ricchezza lessicale, anche quel sentore arcaico che mantiene; tuttavia essendo frutto di una scelta intellettuale, è una lingua rigida, difficile da gestire. Vedo che molta nostra narrativa e poesia risolve la difficoltà depauperando la struttura sintattica, col risultato di renderla più maneggevole, sì, però più elementare. È una soluzione che a me non piace; per costringere il linguaggio a una mobilità maggiore, infatti, Kofi usa modi stilistici differenti, ricorre spesso al parlato, che è ovviamente più libero e agile, mescolando il registro “alto” e quello “basso”, introducendo inserti di vernacolo o di dialetto. Insomma cerca di sperimentare sul linguaggio o almeno di forzarne i confini; del resto sono convinto che questo sia uno dei compiti più importanti di chi vuole scrivere letteratura.

Il libro è dedicato alla compianta Mariella Minnucci, vera Maestra di scrittura di Alberto, la cui anima fluttua in tutte le liriche della Follia di Aiace.

Patrizio Minnucci