A Frosinone, su oltre 4000 dipendenti, a non essersi vaccinati sono stati circa 30. Ultimata l’istruttoria su quest’ultimi, tra chi ha presentato dei certificati medici attestanti patologie che non consentono la somministrazione di farmaci anti-Covid e altri comunque ricollocabili, l’Asl ha adibito ad altre mansioni 22 sanitari, ora impiegati con il telelavoro in attività come il programma di prevenzione delle ondate di calore, il richiamo in programmi screening, le attività di prenotazioni CUP e le attività di retrosportello. Dall’Asl, del resto, fanno sapere che non hanno voluto dare subito un giro di vite essendo anche a corto di personale e cercando così di non perdere risorse preziose.
Per otto sanitari però non è stata possibile una nuova collocazione e due sono appunto stati sospesi, mentre altri sei lo saranno entro questa settimana a meno che non decidano di vaccinarsi. “Noi applichiamo la normativa come obbligo di legge e come obbligo morale per la tutela della salute pubblica, ma sospendere è una cosa che non facciamo certo a cuor leggero – dichiara il direttore generale dell’Asl di Frosinone, Pierpaola D’Alessandro – perciò esprimo soddisfazione per la notizia che vari operatori abbiano provveduto a regolarizzare la propria posizione e auspico che tutti gli altri facciano altrettanto, poiché le persone interessate possono aderire alla vaccinazione in ogni fase della procedura”.
La campagna vaccinale in provincia di Frosinone prosegue intanto senza sosta e sinora sono state somministrate 520mila dosi di vaccino, per un totale di 370mila vaccinati. Le persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 68mila e quelle che hanno completato l’intero ciclo 302mila. Comprendendo anche la fascia di età che va dai 12 ai 18 anni, è stato dunque vaccinato il 79% della popolazione. “Proprio nella fascia compresa dai 12 ai 18 anni c’è una forte accelerazione. Siamo al 60%”, assicura D’Alessandro. Il 30 settembre inoltre termineranno le attività nei grandi hub vaccinali e l’Asl dovrà cercare di far vaccinare il 20% della popolazione che ancora non ha aderito alla campagna. In particolare il 10%, considerando che un altro 10% ha una causa di esclusione oppure è stato già colpito dal Covid e deve ancora attendere per poter compiere la vaccinazione. “Il 10% rimanente – specifica il direttore generale dell’Asl – è quello che definiamo lo zoccolo duro da convincere. La Asl, le strutture accreditate e i medici di medicina generale resteranno attivi sulla vaccinazione e attenderanno che quel 10% di indecisi alla fine opti per la profilassi contro il coronavirus. In quel 10% ci sono tante persone che hanno paura e che dobbiamo convincere a vaccinarsi”. D’Alessandro sottolinea inoltre che i ricoverati di questi giorni sono nella maggioranza dei casi persone non vaccinate e che attualmente all’ospedale di Frosinone sono 12, tutti presso il reparto di malattie infettive.