Trasformare il tempo delle singole persone in benessere collettivo. Su questa premessa l’Università Popolare di Veroli ha presentato domenica scorsa nel Teatro Comunale di Veroli, gremito di persone, il calendario delle attività 2020. Oltre cinquanta corsi di diversa natura rivolti a tutti, indipendentemente dal titolo di studio e dall’età. L’offerta è stata brevemente illustrata dal presidente Mario Catania con l’intervento del Sindaco di Veroli Simone Cretaro, della consigliera d’opposizione Emanuela Cerelli e di alcuni docenti. A fare gli onori di casa Enrico Quadrozzi dell’associazione Duecento22 Arti e Spettacolo, che con l’Università Popolare gioca un doppio ruolo, sia come docente di uno dei corsi sia come collaboratore e ideatore insieme alla stessa Università Popolare, dei Laboratori Teatrali di imminente apertura. In sala anche l’assessore ai Servizi Sociali Patrizia Viglianti e l’assessore ai Lavori Pubblici Augusto Simonelli. A coordinare i lavori Lidia Frangione, membro del direttivo. Restare nella sola cronaca per raccontare una realtà così “popolare” sarebbe non dare giusta menzione della realtà. L’Università Popolare piace, coinvolge tutti quelli che credono che la formazione non finisca con le scuole e che hanno voglia di approfondire la conoscenza della realtà. Come ha sottolineato il Presidente Catania, visibilmente emozionato, l’Università Popolare vive e sopravvive grazie all’apporto gratuito, “popolare” e spontaneo dei docenti ed al contributo dei volontari che si dedicano alla programmazione dei corsi e di tutti gli aspetti organizzativi. La grande bellezza di questa realtà è che in essa e per essa sono coinvolti molti cittadini verolani con esperienze maturate in ambiti differenti. Per questo motivo l’UPVer oggi è l’espressione dell’unione di tante forze che hanno l’obiettivo di rendere l’attività formativa realmente “sociale” e policroma. Parallelamente allo svolgimento dei corsi, l’Università organizza anche iniziative di incontri, aperitivi psicologici, uscite, presentazioni di libri, laboratori teatrali e tante altre attività sociali. Non manca la parte dedicata allo svago e all’evasione che durante l’evento di presentazione si è concretizzata attraverso la simpatia e la musicalità di Dino dell’Unto e dei suoi straordinari aerofoni a sacco. Non sono mancati momenti dedicati alla poesia con un appassionante Amedeo di Sora che ha recitato due tra le più belle liriche di Giacomo Leopardi: “L’infinito” e “A Silvia”. Cultura è anche libertà di espressione in ogni sua natura. Questo aspetto è uno dei motivi per cui questa realtà piace anche ai giovani. Partire da zero, da un’idea e trovarsi in poco tempo fulcro della socialità e della cultura ernica. E’ la forza della gente, della gente comune, quella che sa donare la propria conoscenza e renderla “popolare”. Un luogo di luce, di libertà, di studio. Quella sensazione straordinaria di voler conoscere ogni cosa. Sapere perchè ha inizio, perchè finisce. Perchè è.
(Foto: Gian Luca Franconetti)
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Monia Lauroni