Si chiama Leonardo Danella, è di Pontecorvo ed è uno degli ‘hacker’ etici del team italiano che ha vinto l’Hack-A-Sat 2023.
Come? Hackerando un satellite USA.
Tranquilli tutti, non si tratta di terrorismo informatico, ma di uno ‘Sport’.
Una vera e propria competizione annuale organizzata annuale promossa dal laboratorio di ricerca della US Space Force e della US Air Force Space force statunitense per verificare la cyber-sicurezza dei propri satelliti impiegati dal Dipartimento della Difesa.
La sfida ha visto i diversi concorrenti cercare di prendere il controllo di Moonlighter, un satellite realmente in orbita, impiegato dal Pentagono per testare i propri sistemi.
Cinque squadre in gara, a trionfare il team italiano I ‘MHACKeroni’. Un nome che sprizza italianità da tutte le orbite.
La gara, si è tenuta a Las Vegas durante la famosissima conferenza di sicurezza informatica Def Con.
Il nostro Leonardo Panella è la sua squadra, composta da ricercatori e studenti delle università di Milano, Torino, Roma, Padova, Venezia, Genova, Pisa, Parma e Perugia, oltre che da professionisti provenienti sia da istituzioni come Tu Wien, Eth Zurich, Eurecom che da aziende come Facebook, Google, Apple e CrowdStrike, sono riusciti a violare i sistemi di sicurezza del satellite statunitense così da prenderne il controllo.
L’obiettivo della competizione era quella di svolgere una missione definita di “ruba bandiera”.
Nello specifico: le squadre di hacker dovevano trovare stringhe di testo (chiamate appunto “bandiere”) nascoste in programmi progettati per essere vulnerabili (cioè, senza dover mettere davvero a repentaglio la macchina, permettendo al contempo di testarne i limiti nei propri sistemi di sicurezza).
La sfida principale prevedeva di ‘hackerare’ l’hacking di Moonlighter per costringerlo a scattare una foto di un obiettivo terrestre a scelta della squadra, scaricando poi l’immagine presa su una stazione di terra, aggirando i blocchi di sicurezza del satellite che gli impedivano di fotografare determinate aree.
E i giovani ‘geni informatici’ italiani hanno portato a temine la missione.
Dall’Italia e da Pontecorvo è tutto.
Congratulazioni al nostro Davide, orgoglio dell’intera provincia frusinate.
Perché noi, “non siamo mica gli americani…”
Monia Lauroni