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Guarcino, spettacolo al Concerto estivo a cura del Marghe e le sue Rite – Brass Quintet

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Programma

1. Festive Intrada (Bjørn Magne Nyhagen)

2. Benediction (John Stevens)

3. Wade in the Water (arr. Michael Story), con Tarcisio Ciavardini

4. Classical Medley (arr. Jeon Hun)

5. La vita è bella (arr. Lorenzo Pusceddu)

6. What a Wonderful World (arr. Lorenzo Pusceddu), con Tarcisio Ciavardini

7. Disney on parade (arr. Johnnie Vinson)

8. Waltz No. 2 (Dmitri Shostakovich, arr. Michael Brown)

9. Perdere l’amore (arr. Donato Semeraro), con Tarcisio Ciavardini

Signore e Signori, buon pomeriggio e benvenuti in questo splendido angolo di Guarcino che quest’anno ospita il nostro concerto estivo che abbiamo voluto intitolare Brass Night (anche se a quest’ora non è proprio night…). Permettetemi, prima di tutto, di ringraziare calorosamente l’Amministrazione Comunale che ci ha invitato e che ci ha concesso questo spazio, tutti voi che ci avete raggiunto e anche chi ci sta seguendo in diretta sui nostri social. 

Voi, che siete il nostro pubblico affezionato, ci conoscete e ci seguite da tanti anni, quindi sapete che per me è importantissimo presentarvi i miei meravigliosi compagni di avventura…che sono: il M° Domenico Ciavardini all’euphonium; l’uomo più titolato del mondo, il M°-Prof.-Dott. Simone Coladarci alla tromba, Lorenzo Ciavardini al corno, Emanuele Cataldi al basso tuba e il nostro Matteo Cicuzza Villa alle percussioni che, come sempre, viene in nostro soccorso.

Bene, a questo punto direi che possiamo dare inizio al concerto con il primo brano…

1. Festive Intrada (Bjørn Magne Nyhagen [pronuncia: BIORN NAIAGHEN])

Festive Intrada è un brano di apertura veloce ed energico, che si contraddistingue per il suo ritmo ostinato e coinvolgente che fa da motore ad un tema più disteso e cantabile, di volta in volta affidato alle diverse sezioni strumentali. Il brano è stato composto da Bjørn Magne Nyhagen, compositore norvegese diplomato in tromba, che da anni arrangia e compone musica per diverse formazioni, band ed ensemble. A voi, Festive Intrada

2. Benediction (John Stevens)

Il prossimo brano si intitola Benediction. È stato composto da John Stevens nel 2002 per il Sotto Voce Quartet, un quartetto di euphonium molto noto negli Stati Uniti formato da ex studenti di John Stevens, in occasione dell’incisione di un disco che vedeva al suo interno altre opere di Stevens ma di carattere decisamente più vivace. Questo brano, infatti, vuole essere una conclusione intima e raccolta che si esprime già dalle primissime battute affidate al euphonium solo. 

La creazione da parte del compositore di questa versione per cinque voci è stata incoraggiata ed è dedicata a Scott Teeple, direttore delle bande presso l’Università del Wisconsin-Madison.

3. Wade in the Water (arr. Michael Story), con Tarcisio Ciavardini

Il brano che segue si intitola Wade in the Water ed è un famoso spiritual afroamericano. La melodia orecchiabile fu scritta già nel XIX secolo e trae origine dal canto degli schiavi africani in America. Con i loro canti gli oppressi raccontavano la loro sofferenza, ma anche speranza e fiducia. Da un lato il canto li aiutava ad affrontare il duro lavoro fisico, ma dall’altro era considerato anche una solenne confessione della loro fede. Prima che un esemplare a stampa del testo musicale di Wade in the Waterfosse pubblicato per la prima volta nel 1901, la melodia era stata tramandata solo oralmente. Soltanto nel 1925 fu pubblicata la prima registrazione sonora alla quale fecero seguito innumerevoli interpretazioni di musicisti famosi come Ramsey Lewis, Herb Alpert e Klaus Doldinger.

Questa sera abbiamo l’onore e il piacere di eseguire per voi Wade in the Water con un ospite davvero speciale…signore e signori, il M° Tarcisio Ciavardini!

4. Classical Medley (arr. Jeon Hun)

Cambiamo totalmente genere, facciamo un salto indietro nel tempo e approdiamo nella musica classica. Il brano che segue, infatti, è un medley che presenta – in maniera quasi rapsodica – i temi di alcune celebri composizioni che non faticherete a riconoscere: l’incipit del Concerto per pianoforte e orchestra n. 1di Čajkovskij, l’allegro vivace dall’Overture del Gugliemo Tell di Gioachino Rossini, il finale dell’Overture 1812 di Čajkovskij, il can-can dall’opera Orphée aux enfers di Offenbach…insomma, un vero caleidoscopio di ritmi e melodie! A voi, Classical Medley…

5. La vita è bella (arr. Lorenzo Pusceddu)

Sono certa che tutti conoscerete il brano che sto per presentarvi…vi do qualche indizio: nel 1999 ha ricevuto il premio Oscar come miglior colonna sonora per un film drammatico; il suo titolo è tratto da un celeberrimo film di Roberto Benigni vincitore di ben tre premi Oscar; il compositore è Nicola Piovani. Avete capito, vero? Sto parlando della celebre colonna sonora del filmLa vita è bella.

Il brano è stato poi ripreso dalla cantante Noa, che ha fatto suoi i temi scritti da Piovani adattandovi il testo di quella che poi è passata alla storia come Beautiful that way. Già dalla prima frase (Smile without a reason why, sorridi senza un motivo) la canzone si presenta come un vero inno alla speranza e si rivolge a tutti,perun mondo un po’ più umano, e forse davvero faticheremmo a trovare una speranza più attuale e profonda, oggi come ieri.Signore e signori, a voi La vita è bella

6. What a Wonderful World (arr. Lorenzo Pusceddu), con Tarcisio Ciavardini

Il prossimo brano è What a Wonderful World. Scritta nel 1967 da Bob Thiele (con lo pseudonimo George Douglas), storico produttore discografico jazz, e George David Weiss, What a Wonderful World è stata portata al successo grazie alla magistrale interpretazione di Louis Armstrong.

Grazie all’immagine rassicurante e in grado di raggiungere tutti grazie alla sua personalità, il trombettista e cantante statunitense venne scelto dai due autori dopo la stesura della canzone. Inizialmente avevano pensato al cantante Tony Bennett, ma la scelta è poi ricaduta su Louis Armstrong soprattutto per lo straordinario messaggio trasmesso dal brano. Questo, infatti, è stato scritto in un periodo storicamente fondamentale per gli Stati Uniti, che all’epoca era alle prese con le lotte per i diritti civili, l’assassinio di Martin Luther King, le rivolte razziali e la guerra in Vietnam. Bob Thiele e George David Weiss decisero così di scrivere What a wonderful world proprio per ricordare a tutti che il mondo è ancora meraviglioso nonostante tutto. Il nostro Louis Armstrong, questa sera, è ancora il grande M° Tarcisio Ciavardini.

7. Disney on parade (arr. Jonnie Vinson)

Un nome che di per sé è garanzia di mito e che danni fa sognare adulti e bambini. L’intrattenimento, se dovesse essere descritto con una sola sigla, avrebbe probabilmente il nome di Walt Disney. E forse parlare solo di intrattenimento potrebbe persino essere riduttivo, visto che l’azienda americana ha costruito nel corso dei decenni un sogno, qualcosa di incredibilmente grande. Era il 1923 quando nacque questa realtà, fondata dall’omonimo disegnatore:100 anni di storia contrassegnata da successi senza tempo ma anche da diverse fasi di crisi. Il prossimo brano, arrangiato da Johnnie Vinson, propone un medley di tre celebri temi che hanno fatto la storia dell’animazione firmata Disney: Mickey Mouse MarchSupercalifragilistichespiralidoso e Zip-A-Dee-DooDah.

8. Waltz No. 2 (Dmitri Shostakovich, arr. Michael Brown)

Il prossimo brano che vi faremo ascoltare è il Valzer n. 2 di Shostakovich, ovvero il settimo movimento dalla Suite per orchestra di varietà. Questa Suite è una delle opere più conosciute di Shostakovich, resa celebre proprio dal Valzer n. 2, che è stato utilizzato nella colonna sonora del film Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.

Realizzata probabilmente intorno al 1956, la suite si articola inotto movimenti, in gran parte provenienti da altre composizioni di Shostakovich: Marcia, Danza n. 1, Danza n. 2, Piccola Polka, Valzer Lirico, Valzer n. 1, Valzer n. 2 e Finale. 

Il Valzer n. 2 è una rielaborazione del Valzer facente parte della Suite 99a, a sua volta tratta dalla colonna sonora del film “Il Primo Contingente” del 1955. Per molti anni la Suite per Orchestra di Varietà è stata erroneamente identificata con la Suite per Orchestra Jazz n. 2 e come tale venne eseguita per la prima volta nell’Europa Occidentale il I dicembre 1988, a Londra, sotto la direzione di Mstislav Rostropovich. 

Saluti finali

Ci stiamo avviando alla fine del concerto, ma prima di congedarci da voi con l’ultimo brano, consentitemi di ringraziarvi ancora a nome del quintetto per la vostra presenza e per l’affetto che ogni volta ci dimostrate. Noi ce l’abbiamo messa tutta per offrirvi uno spettacolo all’altezza delle aspettative e ci auguriamo di avervi fatto trascorrere del tempo in maniera piacevole e divertente. Grazie di cuore, ancora, all’Amministrazione Comunale di Guarcino per averci ospitato in questo luogo, grazie al nostro sponsor GRUPPO THERM srl.

Anche se il nostro concerto sta per terminare, vi ricordo che la musica non finisce qui: stasera infatti, alle ore 21.00, presso il Chiostro Sant’Angelo, ci sarà il concerto del Coro Ernico diretto dal M° Tarcisio Ciavardini, che vi invito a venire ad ascoltare.

Vi chiedo di fare un caloroso applauso per il Marghe e le sue Rite – Brass Quintet: Domenico Ciavardini, Simone Coladarci, Lorenzo Ciavardini, Emanuele Cataldi, Matteo Cicuzza Villa…ma soprattutto un applauso per il grande M° Tarcisio Ciavardini!

9. Perdere l’amore (arr. Donato Semeraro), con Tarcisio Ciavardini

Perdere l’amore è un brano musicale cantato da Massimo Ranieri, vincitore del Festival di Sanremo nel 1988. Scritta da Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani, rilanciò la carriera di Massimo Ranieri che negli anni precedenti si era dedicato esclusivamente al teatro. Il brano venne proposto già nella precedente edizione del Festival di Sanremo (cantata però da Gianni Nazzaro) ma venne scartata. La nuova versione, quella accettata in gara e che poi stravinse l’edizione dell’88, venne impreziosita dall’interpretazione di Massimo Ranieri in un nuovo arrangiamento curato da Lucio Fabbri e Sergio Conforti, in arte Rocco Tanica, tastierista del gruppo Elio e le Storie Tese. 

Il brano racconta la fine di una storia d’amore e tutte le difficoltà che emergono al termine di una relazione chiusa quando si è avanti con gli anni. L’impossibilità di rifarsi una vita, il dolore di essere stato abbandonato e la sofferenza devastante per la fine di un amore maturo. Tempestato dai ricordi di un amore mai spento, il protagonista di Perdere l’amore urla la sua rabbia e spera di cambiare il corso delle cose.

Scusate, ma adesso devo proprio realizzare un mio sogno…

Di Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani… Perdere l’amore. Eseguito dal Marghe e le sue Rite – Brass Quintet, canta…il M° Tarcisio Ciavardini!