Da Gennaio gli Infermieri, così come altri 300 mila dipendenti pubblici, consultando il cedolino, si accorgeranno di aver percepito uno stipendio inferiore rispetto a al 2018.
La busta paga leggera che verrà percepita dal prossimo gennaio è il frutto del CCNL 2016-2018, siglato a maggio da Fials, CGIL, CISL, UIL ed FSI.
I famosi “85 euro” di aumento medio, nacquero dall’accordo governo-sindacati del 2016, e furono raggiunti grazie ad un bonus temporaneo, “elemento perequativo”, che a Gennaio 2019 uscirà di scena.
Questo vorrà dire che, soprattutto nella parte bassa della gerarchia statale, l’aumento si perderà per strada: gli infermieri perderanno il 21,7% dell’aumento, equivalente ad una perdita di 20 euro dalla busta paga.
Gli Statali, che hanno visto aumentare le loro buste paghe dal mese del rinnovo fino a Dicembre, le vedranno diminuire dal 1° Gennaio 2019, e questo per la natura perequativa dell’aumento, calcolato su percentuale, che fa perdere maggiormente a chi guadagna di meno.
Rimediare non sarà facile: c’è da trovare la somma necessaria per rifinanziare questi importi, che non è gigantesca ma nemmeno troppo esigua; sono circa 500 milioni per tutto il settore pubblico, comprese sanità ed enti territoriali.
La cifra da inserire nella legge di Bilancio perché direttamente a carico del bilancio statale è pari a poco meno della metà.
Inoltre l’elemento perequativo è stato previsto dai contratti e sarebbe necessario in teoria sottoscriverne altri, magari in anticipo rispetto ai rinnovi veri e propri (per i quali servono importi ben più consistenti), ma i tempi sono stretti e gennaio è alle porte.
Dalla cancellazione dei diritti alla perdita degli aumenti, le conseguenze di questo disastroso rinnovo contrattuale meramente politico, si stanno palesando tutti, uno ad uno.
Avevano detto che il NurSind stava solo facendo terrorismo psicologico, e che quanto decantato erano solo menzogne, mentre invece si sta avverando tutto come nel peggiore degli incubi.
(Fonte Il Messaggero)