L’amministrazione Ottaviani, nella nottata di venerdì, ha concluso il complesso iter amministrativo per l’aggiudicazione definitiva dell’ampliamento e della gestione del nuovo stadio Benito Stirpe, in zona Casaleno, a favore del raggruppamento di imprese che fanno riferimento alla squadra del Frosinone Calcio.
Giovedì mattina, infatti, il mandatario del gruppo di imprese ha prodotto le autorizzazioni ed i nulla osta finali, rilasciati dalla Asl e dai Vigili del Fuoco, indispensabili per la chiusura della procedura. Subito dopo è stato riunito, da parte del Comune di Frosinone, il gruppo di lavoro, che, a seguito di una seduta durata circa 18 ore, coordinata dall’architetto Francesco Acanfora, dall’architetto Elio Noce, dall’ing. Benito Carinci, ha potuto concludere favorevolmente l’iter per l’aggiudicazione definitiva della concessione di lavori e gestione, per il nuovo impianto di calcio.
L’amministrazione Ottaviani aveva iniziato i lavori nella primavera dello scorso anno, consegnando ora al privato una struttura da 12.000 posti, che verrà portata a 16.000, da parte del gestore, con la realizzazione dei servizi tecnologici, delle coperture, degli spazi commerciali e di aggregazione sociale, che consentiranno la fruizione della grande area sette giorni su sette, da parte di famiglie e sportivi.
Dopo la chiusura di questo ultimo step amministrativo, la compagine societaria, che fa capo al patron Maurizio Stirpe, potrà attivare nel giro di pochi giorni i lavori di propria competenza, per consegnare agli sportivi e alla città, un’opera infrastrutturale che in Italia rappresenta un elemento di grande innovazione ed efficienza, nel settore delle infrastrutture, resa possibile dalla forte collaborazione tra il pubblico ed il privato.
“Se questo grande risultato è stato raggiunto – ha commentato il sindaco Nicola Ottaviani – ciò è stato possibile soltanto grazie alla grande professionalità e al sacrificio di tutti i tecnici, sia quelli del Comune che delle aziende private, che in queste settimane hanno evitato di guardare l’orologio, mettendo al primo posto la necessità di centrare un obiettivo condiviso, atteso da oltre mezzo secolo dal nostro territorio”.