Ieri mattina la Squadra Mobile di Frosinone, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone Dr. Antonello Bracaglia Morante, ha arrestato otto persone responsabili, in concorso tra loro, del reato di detenzione e spaccio continuato di sostanze stupefacenti.
L’ indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Frosinone e coordinata dal Sostituto Procuratore Dr. Adolfo Coletta, ha preso le mosse da un episodio avvenuto a Frosinone, in Via Cese, nei pressi del cimitero, la notte del 17 luglio 2014, quando si affrontarono in un violento scontro un gruppo di rumeni e una banda di cittadini albanesi, tutti stanziati da tempo nel capoluogo ciociaro e dediti ad attività criminali.
In particolare, si accertò che la furiosa rissa era stata causata da una serie di circostanze in cui gli albanesi avevano infastidito alcune ragazze rumene intente a prostituirsi in Via A. Vona, nei pressi della zona industriale di Frosinone.
Così, i componenti della banda di rumeni, come espediente, concordavano un incontro chiarificatore col gruppo avverso nella zona del cimitero; all’appuntamento però si presentavano armati di coltelli e mazze di ferro che utilizzavano per picchiare selvaggiamente gli albanesi e distruggere completamente le due autovetture con le quali questi ultimi erano arrivati all’appuntamento.
A partire da quel violento episodio, gli investigatori del dr. Carlo Bianchi hanno avviato due distinte attività di indagine sia nei confronti della banda di rumeni, sia nei confronti degli antagonisti albanesi.
In particolare, per quanto riguarda il gruppo rumeno, l’attività investigativa, conclusasi nel mese di giugno 2015 con l’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare, ha smantellato un’associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, evidenziando come i destinatari delle misure facessero giungere in Italia giovanissime donne dell’est – trattate come vere e proprie schiave – per avviarle alla prostituzione sulle strade del nostro territorio.
La banda di albanesi – i cui componenti sono i destinatari delle odierne misure cautelari, 5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari – è stata invece oggetto di una diversa ed articolata attività di indagine, sia di tipo tecnico che tradizionale, nel corso della quale è stato dimostrato che i membri, unitamente ad un italiano, si rifornivano di grandi quantitativi di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, da un loro connazionale residente nella Capitale, per poi spacciarla al dettaglio sul mercato del frusinate.
I destinatari delle misure cautelari sono sette cittadini albanesi, di cui 6 domiciliati nel capoluogo ciociaro e uno a Roma, e un quarantaduenne frusinate; quest’ultimo, dedito abitualmente all’attività di pastorizia, si riforniva di varie tipologie di stupefacenti attraverso la banda di albanesi, per poi spacciarla al dettaglio nel capoluogo.
Le indagini hanno fatto emergere anche le modalità attraverso le quali l’organizzazione agiva in modo spregiudicato sul mercato frusinate degli stupefacenti; la vendita delle dosi avveniva soprattutto nei bar o in luoghi pubblici, ma in alcuni casi gli acquirenti, per procurarsi la droga, si presentavano direttamente presso le abitazioni degli stranieri.
Nel corso dell’attività investigativa, durata quasi due anni, gli agenti della Squadra Mobile – a riscontro specifico delle indagini che erano in atto – hanno eseguito altri 5 arresti in flagranza di reato per il delitto di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti a carico di altrettante persone che fungevano da “corrieri” della droga per conto degli albanesi.
Tra gli arrestati in flagranza, vi è anche un trentenne albanese già noto alle cronache per essersi reso responsabile di una rocambolesca fuga dal carcere di Cagliari nel più classico dei modi, ovvero annodando delle coperte alle sbarre della cella per poi calarsi dalla finestra e guadagnare così la temporanea libertà.
A tali episodi sono seguiti consistenti sequestri di stupefacenti, così come numerosi recuperi di singole dosi cedute ai vari acquirenti (tutti segnalati in via amministrativa per uso personale) durante l’attività di spaccio al dettaglio.
Le indagini hanno fatto emergere altresì come gli uomini arrestati oggi offrissero anche una vera e propria base logistica per gruppi di connazionali che giungevano nel capoluogo ciociaro, provenienti dal Nord Italia, per perpetrare rapine e furti in ville ed in appartamenti sul territorio frusinate.
A tal proposito, si richiama in particolare il noto episodio avvenuto la sera del 20 dicembre del 2014, quando la Squadra Mobile intercettò e bloccò tre cittadini albanesi che annoveravano numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, operanti prevalentemente in Liguria, e che verosimilmente avevano intenzione di intraprendere ulteriori attività criminali nella zona di Frosinone.
I tre furono arrestati per i reati di resistenza, violenza e lesioni a P.U. in concorso, dopo una violenta colluttazione in cui rimasero feriti due poliziotti, tra cui il Capo della Squadra Mobile, ed un inseguimento rocambolesco, iniziato dinanzi al bar Minotti e conclusosi presso l’incrocio di Brunella.
Fonte: ciociariaoggi.it