“Non rispondo alle vostre domande, sarebbero solo parole, parole, parole, come cantava la grande Mina… Sarebbe sporcare la sacralità di quello che avete detto voi: perché non avete detto parole, avete detto vite, cammini di spirito e di carne”. Così papa Francesco di fronte a Mirko, Elena, Jefferson, Dario e Irene, ragazzi che hanno avuto la forza di risalire dai loro inferni personali e trovare la luce della fede. E che lo hanno raccontato davanti a lui e a centinaia di fratelli, nella Cittadella Cielo di Frosinone.
È stata una visita privata quella di Francesco a Nuovi Orizzonti, accolto dalla gioia palpabile di Chiara Amirante, fondatrice e presidente dell’associazione internazionale, e da centinaia di fratelli e sorelle che ne fanno parte. Il suo ingresso è stato preceduto da due ore di canti, preghiere e balli nei quali il motto della comunità, “e gioia sia”, è risuonato in tutte le espressioni. “Avrà visto che siamo… un po’ felici”, ha sorriso Chiara, quasi a “giustificare” il clima di festa incontenibile.
È stata Chiara stessa, dopo aver ripercorso le origini di Nuovi Orizzonti, oggi patrimonio spirituale e di rinascita per 750mila persone in tutto il mondo, a introdurre quei cinque ragazzi-simbolo, un tempo preda di disperazione, oggi missionari nella costruzione di quella che chiamano la civiltà dell’amore.
Andrea Bocelli e la moglie a Nuovi Orizzonti
Si commuovono e fanno commuovere, anche il Papa, che in loro riconosce il suo stesso cammino. “Sono storie di sguardi – dice –, tanti sguardi, che non riempivano la vita. Finché non avete sentito uno sguardo, quello che ti guarda con amore. Anche io lo conosco. E quando ti ha tirato fuori dall’inferno, ti ha forse portato in laboratorio in un alambicco di purificazione? No, le cose artificiali il Signore non le vuole, ti ha preso per mano e ti ha lasciato andare. Libero”.
Nek a Nuovi Orizzonti
Si rivolge ora a Jefferson, al suo “andare e tornare continuo”, fuori e dentro dal gorgo, “la strada del Signore è così, e tu ci hai fatto
sentire che però Gesù aspetta, aspetta, aspetta”. E a Elena: “Ti cercavi nello specchio, ma quando ti sei sentita guardata da Lui tutto è finito, anzi continuato, senza rinnegare il passato, perché Dio ha creato Adamo dal fango, quel fango siamo noi, non rinneghiamo niente”. E poi le lotte, quelle combattute da Dario e Irene, “ma tu, Mirco, sei proprio il campione delle lotte – ride il Papa –, la tua sconfitta finale però è la più bella, quando sei stato capace di dire a Gesù ‘hai vinto, complimenti’”.
Il Papa celebra la Messa a Nuovi Orizzonti
È una gioventù segnata in volto da un passato e a volte un presente tormentato, quella della Cittadella, ma anche forte, vigorosa, dove uno è il missionario per l’altro e tutti sono testimoni: “Mi colpisce molto – sottolinea il Papa – perché non avete fatto un corso di indottrinamento o quei corsi che amano gli imprenditori per vincere nella vita. No, voi siete stati chiamati, vinti, carezzati”. Con un’ultima forte avvertenza che vale per tutti: guai a sentirci salvati una volta per sempre, “state attenti al desiderio di onnipotenza, capita a tutti, anche a me, state attenti ai diavoli educati, che suonano il campanello. Attenzione che non tornino”.
Nella folla anche personaggi noti. “Ho avuto da Dio il dono di usare un grande strumento che è la musica – ha detto il cantante Nek -, così durante i miei concerti sento il bisogno di dirlo, di mettere qualche parola nelle canzoni e questo crea stupore, perché i cantanti sono un po’ dio di se stessi… in questo stupore butto lì qualche suggerimento”. Poi tocca ad Andrea Bocelli (che canta con il figlio Matteo): “Santo Padre, le sue prime parole dopo la fumata bianca furono ‘Pregate per me’, non so perché ma piansi
parecchio quella sera. E di nuovo questa mattina”. Poi sorride: “C’era qualcosa di profetico in quelle parole, quando mi viene da lamentarmi per la mia vita penso alla sua!”. Anche Bocelli è un Cavaliere della Luce di Nuovi Orizzonti, “perché amo la verità e ho deciso di essere sempre in prima fila nel portarla agli altri, se ci riuscirò”.
Si piange spesso, tutti, ma di commozione lieta. E si sorride. Intensa è la Messa concelebrata da Francesco con numerosi sacerdoti, tra i quali don Davide Banzato e l’arcivescovo Rino Fisichella, poi un pranzo tutti insieme e il Papa, non ancora stanco, riceve per ore le centinaia di fedeli, uno per uno, a nessuno una frase di circostanza, a ognuno il suo messaggio. Fino alle 16, quando ha lasciato al Cittadella.
Lo aveva detto, Chiara Amirante, all’inzio della lunga giornata: “Quando anni fa scesi nel popolo delle tenebre, tra i giovani imprigionati nelle piovre infernali di tutte le nuove povertà, mai avrei immaginato che quel popolo era sterminato. Ma sapevo che Cristo avrebbe potuto riportare la vita laddove io vedevo morte. Mi chiedevano di portarli via con me, di conoscere quel Gesù di cui parlavo. Quel che è successo dopo è andato oltre la mia immaginazione”.