Incendio nel deposito di pelletteria sull’asse attrezzato, acquisite le immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza interno. Nei fotogrammi si vedrebbe il momento e il punto in cui sabato mattina, intorno alle 10, sono divampate le fiamme. Le registrazioni potrebbero essere utili agli investigatori per ricostruire la dinamica del rogo. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile agli ordini del dirigente Flavio Genovesi in collaborazione con i vigili del fuoco, la polizia provinciale e l’Arpa. Non si esclude la pista dolosa. L’incendio è partito dalla parte del capannone che da qualche settimana era stata presa in affitto dalla società Max Cezanne che si occupa della fabbricazione e della commercializzazione di articoli di pelletteria. Lo stabile a Frosinone a quanto pare per ora era stato adibito a deposito. Il rappresentante della società è un imprenditore del Casertano, Massimo Adinolfi. Ieri lo abbiamo raggiunto al telefono, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni: «Sono scioccato, perdonatemi, non me la sento di parlare in questo momento».
Il suo deposito è andato completamente distrutto, ma danni ingenti sono stati anche arrecati alle altre due aziende presenti nel capannone.
Ieri sono proseguite le attività di spegnimento. Al lavoro 19 vigili del fuoco e 5 volontari della Protezione civile.
«Le attività di spegnimento sono state rese complesse dall’instabilità della struttura portante, seriamente danneggiata dall’evento – spiegano dal Comando dei vigili del fuoco di Frosinone – Questa circostanza, al fine di tutelare la sicurezza dei vigili in azione, ha impedito di attaccare l’incendio dall’interno, rallentandone l’estinzione».
Danni ingenti anche alle aziende confinanti con il deposito di pelletteria. Ad avere il danno più ingente l’azienda che produceva buste di plastica e un’altra che realizzava tendoni per l’esterno. «Non si è salvato nulla – ha dichiarato Maria Iacovissi amministratore unico della ditta New Plast che produce prodotti in polietilene – Il forte calore ha piegato i pannelli che non erano ignifughi facendo così un varco alle fiamme. Lo stabile è diviso in tre parti. Le balle di carta e plastica che si sono accese si sono poggiate sui macchinari che sono stati completamente distrutti. Adesso non abbiamo più nulla – ha continuato la donna che insieme al marito Leandro Fontana portava avanti questa azienda che dava da mangiare a dieci famiglie – La nostra sede legale si trova a Veroli città dove abitiamo. Alcuni mesi fa ci siamo spostati perché avevamo voglia di crescere. Invece siamo finiti all’inferno. Adesso speriamo che qualcuno ci aiuti e che non ci abbandoni».
Ancora presto per la conta dei danni. «So soltanto – ha detto la donna- che l’impianto elettrico che era stato installato da poco costava 25 mila euro. L’ultimo macchinario acquistato costava ben 150 mila euro. Per non parlare delle celle frigorifere. Ma noi non demordiamo. Vogliamo con tutte le nostre forze rialzare la testa e ricominciare a lavorare ma abbiamo bisogno di aiuto».
Tutto il capannone resta inagibile per il rischio crollo. Con l’azienda di tendaggi sono circa sessanta le famiglie che sono rimaste senza lavoro. Il titolare della New Plast unitamente ad altri due imprenditori che hanno subito danni nell’incendio si sono rivolti all’avvocato Giampiero Vellucci.