Presentato nei giorni scorsi il report del primo anno di attività del progetto oncologico voluto dal Rotary Club Frosinone, destinato alle pazienti degli ospedali di Frosinone e Sora, realizzato in collaborazione con la ASL del capoluogo.
Il progetto ha preso vita nell’anno rotariano 2013-2014 (Presidente, Vincenzo Fratarcangeli) con una raccolta di fondi: al centro, l’obiettivo di promuovere prevenzione e corretti stili di vita tra le pazienti oncologiche.
Lo stesso Fratarcangeli ha preso la parola per introdurre il tema alla presenza del Presidente Valter Tersigni, della dottoressa Teresa Gamucci (responsabile del reparto oncologico dell’ospedale “Ss. Trinità” di Sora) e della dottoressa Alessandra Quaglieri, dietista che ha seguito operativamente il progetto. La specialista ha quindi illustrato, in dettaglio, le finalità e i risultati del progetto stesso. “È certo che la dieta – termine che indica lo stile di vita in generale e non semplicemente una serie di restrizioni da seguire – sia uno dei fattori che concorrono ad aumentare o diminuire il rischio oncologico. Si calcola che il 5-10% dei tumori dipenda da errori genetici; la restante percentuale, invece, dipende dalla relazione tra vari fattori tra cui l’alimentazione, il movimento, il fumo e l’alcol.
L’arma è, dunque, la prevenzione: bisogna procedere al controllo del peso e a un’adesione a sane abitudini di vita. Per quanto riguarda il sovrappeso, si stima che il 20% delle neoplasie dipenda da un alterato range di BMI (indice massa corporea)”. A questo proposito, la dottoressa Gamucci ha sottolineato: “È importante mantenere un peso adeguato e associare all’alimentazione sana della moderata attività fisica: dieta non significa restrizione, significa corretta alimentazione.
È proprio questo che dobbiamo insegnare sin dall’asilo ai bambini”. La dottoressa Quaglieri ha quindi proseguito: “Il progetto è partito a febbraio dello scorso anno e ha coinvolto 30 donne con pregresso cancro alla mammella, con un’età media di 50 anni (minimo 27, massimo 72 anni). L’indice di massa corporea indicava un’obesità di primo livello. Le partecipanti, terminati i cicli chemioterapici, sono state visitate una volta a settimana a Sora e Frosinone. Sono state incoraggiate a prender parte alla
sperimentazione non solo per dimagrire ma anche per mantenere un peso accettabile. Stando agli studi condotti dal prof. Cinieri dell’ospedale di Brindisi, infatti, l’aumento di peso è responsabile del 50% di possibilità che la malattia ricompaia. Le diete prescritte, personalizzate, tutte di facile attuabilità e basate sulla dieta
mediterranea tradizionale, hanno tenuto conto di patologie o intolleranze”. I risultati del progetto? “È andata benissimo: tutte le pazienti hanno aderito con entusiasmo. Alcune hanno mantenuto il peso, altre sono dimagrite (da 1 kg fino a 8 kg e 600 grammi), ricavandone quindi un benessere generale psicofisico a tutti i livelli”. Un trend positivo che non va interrotto: per questo motivo, i soci del club hanno tutti concordato sulla necessità di dedicare ulteriore impegno ed energie al proseguimento di questo importante progetto.