Usura, estorsioni e minacce sono le accuse rivolte a quattro persone dello stesso nucleo familiare, due fratelli e due sorelle, nei confronti dei quali i poliziotti della Squadra mobile di Frosinone hanno eseguito stamattina un’ordinanza di custodia cautelare al termine di un’indagine partita dalla denuncia di un medico della provincia.
I due uomini sono finiti in carcere mentre alle due donne è stato notificato il divieto di dimora.
Circa sette anni fa la vittima, in un momento di difficoltà economica, si era rivolta ad un “amico” di un suo conoscente per ottenere un prestito di 5mila euro che avrebbe dovuto restituire dopo 30 giorni, gravato da 2.500 euro di interessi. Il malcapitato però non era riuscito a ripagare l’intero debito nei termini fissati, e da quel momento per lui erano iniziati i guai.
L’uomo era stato costretto a versare settimanalmente al suo aguzzino una somma di denaro che variava da poche centinaia di euro a somme più cospicue, dietro minacce e vessazioni. Lo stato di soggezione e la paura erano tali che il medico era stato anche costretto, dietro minaccia, a noleggiare e simulare il furto di un’auto di grossa cilindrata che, in realtà, aveva consegnato all’usuraio per compensare il suo debito.
Il malvivente, nonostante l’arresto avvenuto nel 2020 nell’ambito dell’operazione “Requiem” della questura di Frosinone, per recuperare il denaro faceva intervenire il fratello e le due sorelle. Le minacce, rivolte non solo alla vittima ma anche ai suoi due figli, ad ogni ritardo e ad ogni mancato pagamento diventavano sempre più gravi e pesanti. Il medico, temendo per la sua incolumità ma soprattutto per quella dei suoi due figli, non era più riuscito a sottrarsi alle richieste dei suoi aguzzini fino a che, in preda all’esasperazione e al terrore, non si è rivolto alla Polizia.
Dalle indagini è stato possibile accertare che la vittima aveva certamente versato una somma superiore ai 70mila euro, ma non si esclude che il denaro indebitamente ottenuto dagli usurai sia molto di più.