Via libera a novanta nuovi infermieri all’Asl di Frosinone. L’ha stabilito il tribunale del Lavoro di Frosinone, in sede di reclamo, accogliendo il ricorso proposto dalla stessa Asl e da diversi gruppi di lavoratori in graduatoria contro i quattro ricorrenti che, in via d’urgenza, avevano ottenuto un primo provvedimento favorevole dal giudice. Oggetto del contendere è la procedura di mobilità interna indetta dall’Asl di Frosinone il 20 agosto 2018.
L’avviso, inizialmente per sette posti di collaboratore professionale sanitario-infermiere era stato poi incrementato una prima volta a 40 e poi a 90. I quattro iniziali ricorrenti che non si erano collocati in posizione utile nella graduatoria «avevano sostenuto che… -si legge nell’ordinanza del tribunale di Frosinone, presidente Paolo Sordi, relatore Laura Laureti- la scelta dei candidati dovrebbe avvenire sulla base dei soli titoli posseduti, ossia di criteri oggettivi e meccanici. Non sarebbe, invece, consentito all’amministrazione di prevedere una prova colloquio con finalità di accertamento della idoneità e a carattere non oggettivo». In più contestavano che il punteggio attribuito al colloquio orale era superiore a quello assegnato dalla valutazione dei titoli.
Il 16 luglio scorso con un’ordinanza, il giudice della prima fase d’urgenza ha accolto la domanda cautelare, ha sospeso l’efficacia degli atti impugnati e ha «ordinato all’Asl la ripetizione della procedura di mobilità con indicazione di un nuovo avviso pubblico» e dunque senza l’esito della prova colloquio. A quel punto, l’Asl di Frosinone, assistita dall’avvocato Valerio Tallini, docente a contratto di diritto amministrativo all’università della Tuscia ha proposto reclamo contro tale pronuncia. Stessa cosa hanno fatto svariati concorrenti inseriti nella graduatoria finale, rappresentati dagli avvocati Italico Perlini, Giuseppe Ruffini (ordinario di procedura civile a Roma Tre), Martina Silvestrini, Benedetto Cesarini e Sandro Salera, così come i quattro che aveva proposto l’originario ricorso attraverso l’avvocato Giuseppe Tomasso. Il reclamo è stato, pertanto, accolto.
I giudici per prima cosa hanno ritenuto la propria competenza al posto di quella del giudice amministrativo. Quindi hanno affermato la legittimità delle scelte compiute dal management dell’Asl nell’avviso impugnato. «La legge e la contrattazione collettiva -hanno scritto i giudici- impongono anche in sede di mobilità il rispetto di regole di evidenza pubblica dirette ad assicurare la parità di trattamento tra i concorrenti e l’imparzialità e la trasparenza dell’operato della p.a…. Nulla specifica circa i singoli criteri di valutazione utilizzabili per la scelta dei candidati cui assegnare i posti vacanti», come pure sul «peso prevalente da attribuire ad uno o all’altro criterio». E ancora: «Nessuna disposizione vieta all’amministrazione di inserire la prova colloquio quale strumento per la valutazione comparativa dei candidati in una procedura di mobilità». Anche perché «mediante la prova colloquio si misurano invece le conoscenze attuali e specifiche nella materia oggetto dell’incarico». Esultano così l’Asl che, da lunedì, potrà contare sull’apporto di 90 nuovi infermieri, dei lavoratori come pure l’Ares 118 in forza alla quale lavorano i quattro ricorrenti.