Nato ad Alatri in provincia di Frosinone nel 1989, Fabio Scarsella è uno dei punti di forza della Cremonese impegnata nel campionato di LegaPro. Nel suo ruolo, il centrocampista ciociaro, è uno dei migliori interpreti della categoria e questa dote gli è valsa la chiamata da parte di una delle squadre più blasonate del calcio italiano che sta tentando di tornare ai fasti di un tempo. Scarsella cresce nelle giovanili del Frosinone, la squadra della sua città, con la quale vanta una presenza nel campionato di Serie B. Nella stagione 2009/10 si trasferisce alla Sangiustese. Dopo questa parentesi di una sola stagione, si trasferisce al Melfi, militante in C2, e colleziona complessivamente 57 presenze e 3 gol. Resta lì per ben due stagioni per poi trasferirsi in Puglia vestendo la maglia del Martina Franca. Anche con la squadra pugliese mette a segno 3 reti ma il vero exploit avviene durante il periodo trascorso con la Vigor Lamezia. Militante in C2, raggiunge nella prima stagione la promozione in Lega pro che lo vede protagonista con 32 presenze e 4 reti. Ma è la stagione successiva quella del record personale: in 36 presenze infatti realizza 10 gol. Nell’estate successiva arriva la chiamata del Catania dove Fabio gioca 18 partite condite anche da 3 gol. Il resto è storia di oggi con la grande occasione della Cremonese.
Fabio ci racconti i tuoi inizi di carriera calcistica? Come ti e’ esplosa la passione per il calcio?
Ho iniziato a giocare nel mio paese all’età di 5 anni. Sono sempre stato “malato” di calcio anche perché per quelli della mia età il calcio ha rappresentato molto. Mio padre poi è un grande appassionato e mia madre lo è diventata col tempo perché è stata lei che mi ha sempre seguito fino a quando ho iniziato a girovagare per l’Italia in cerca di fortuna. Inizialmente ho fatto tutta la trafila nel Frosinone fino al debutto in B con mister Braglia in panchina, poi da lì tanta LegaPro al sud fino allo scorso mese di febbraio quando da Catania mi sono trasferito alla Cremonese.
All’inizio il Frosinone, poi la Sangiustese, Melfi, Martina Franca, Vigor Lamezia, Catania e ora la Cremonese sempre tante presenze e anche tanti gol… in quali di queste squadre ti sei trovato meglio?
Mi sono trovato bene in tutte le squadre in cui ho giocato perchè ogni anno ho imparato qualcosa, formandomi anche come uomo perchè vivere da solo dai 20 anni in poi ti impone di badare di più a te stesso senza essere aiutato dalla famiglia. Se devo dirti però una squadra in particolare, ti dico Catania: lì ti fanno sentire un giocatore importante in qualsiasi circostanza, in quella piazza si vive di calcio sette giorni su sette.
C’e’ un modello di giocatore a cui ti ispiri particolarmente?
Sai, non ho un modello in particolare ma il mio preferito giocando un po’ nello stesso mio ruolo è Radja Nainggolan della Roma. Mi piace il suo spirito di combattente, il suo non mollare mai e i suoi inserimenti anche in zona gol.
L’allenatore che ha contato di piu’, fino a questo momento, nella tua carriera?
L’ho incontrato nella primavera del Frosinone: Gigi Corino. Mi ha fatto crescere tanto e da lui ho imparato davvero molto
In questa nuova esperienza alla Cremonese come ci si sente a rappresentare una maglia importante e cosi’ blasonata del calcio italiano?
La Cremonese è insieme al Catania la più importante tappa della mia ancora breve carriera, siamo una squadra forte per la Lega Pro, la concorrenza però è tanta ma l’obiettivo è comunque il salto di categoria. D’altronde con i giocatori che abbiamo in rosa non possiamo nasconderci anche se non sarà facile perché l’Alessandria ha una squadra altrettanto forte come la nostra.
Passiamo a descriverti un po’ fuori dal campo, come e’ cambiata la tua vita con il calcio? Come trascorri le tue giornate?
Inevitabilmente la mia vita è cambiata con il calcio perché sono ormai 8 anni che vivo lontano da casa. Questa cosa fa soffrire un po’ i miei genitori che comunque mi sono sempre molto vicini, ho un gruppo di vecchi amici del mio paese e che spesso vengono a trovarmi e mi seguono. Appena posso poi torno il prima possibile a casa per trascorrere del tempo insieme a loro. Le mie giornate comunque le dedico maggiormente a quello che è il mio “lavoro” perché il ritmo della mia vita è sempre in base agli allenamenti e alle partite da giocare”.
Massimo Papitto