HOMEPAGE CRONACA DOVE È FINITA ALATRI DI UNA VOLTA? LA LETTERA DI UN CITTADINO

DOVE È FINITA ALATRI DI UNA VOLTA? LA LETTERA DI UN CITTADINO

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera da Angelo Della Morte, cittadino alatrense residente nel centro storico.

Dov’è finita? (Dal “Grande Annuario Italiano” 1886)

“ALATRI – Provincia di Roma 

Carrozze – Corriera 

Circondario di Frosinone – Capoluogo di Mandamento 

Popolata di 15,000 abitanti, rinomata per la sua Acropoli pelasgica, fiorente per fabbriche di tele in cotone e di panni lana. Ha sette fontane di acqua saluberrima ed aria pura, temperata: ha un Collegio Convitto, Scuole elementari e Ginnasio pareggiato, un Orfanotrofio, un Ospizio pei poveri vecchi, una Tipografia, l’Ospedale ed un Monte frumentario. Nel suo territorio, di ettari 9616, è di molto estesa la coltivazione dei cereali.” ******** 

(Da “Ricordi e nostalgie per un’antica città ciociara: ALATRI NEL I° CINQUANTENNIO DEL XX° SECOLO di Padre Mario Giuseppe Berni – 1946)

“Quando Frosinone non era che un piccolo borgo, Alatri poteva ben definirsi la capitale di quel vasto territorio che con il nome di Ciociaria, dalle antiche “Cioce” calzate dalla popolazione rurale e rude reminiscenza dei caratteristici calzari di Ernici e Romani. Andava da Olevano a Ceprano, Verrà poi, negli anni trenta la creazione della caotica provincia di Frosinone, con paesi e cittadine fino a Cassino, strappate per ragioni politiche alla vastissima provincia di Caserta nel vecchio ex Regno di Napoli. Supererà nel tempo per numero di abitanti l’antica Alatri, ma sarà sempre inferiore per storia, monumenti, antichi e medioevali, che faranno di lei una regina spodestata ma sempre viva reliquia di tempi che furono gloriosi….” 

Già… dov’è finita la Alatri di una volta?…dire che il tempo si sia fermato per la nostra città è riduttivo perché il tempo non si è fermato… siamo noi che siamo rimasti indietro contribuendo con la nostra incuria, la nostra inerzia e la nostra inettitudine a rovinare quello che il tempo non è riuscito a fare. 

Cosa resta di questa Città? Anni, decenni di malgoverno ne fanno una Città moribonda… sporca… poco curata…con le erbacce che spuntano nei vicoli e alla base degli antichi palazzi, di opere iniziate e mai portate a termine, una Città sospesa che aspetta, in perenne attesa che accada qualcosa, che arrivi qualcuno che la faccia tornare agli antichi fasti. 

Strade ridotte a percorsi di guerra dove nessuno, da anni e anni, provvede a fare manutenzione, non ad asfaltare sia chiaro, quella che era l’attività preferita dei nostri politici nel periodo elettorale ormai è caduta in disuso da tempo per mancanza di fondi.

I selci scomposti, i “basoli” martoriati del Centro storico a cui più nessuno presta oramai attenzione. Le fontane..le tante fontane che spillavano acqua e allegria sparite o maltrattate. L’Acropoli abbandonata dove anche l’unico punto di ristoro, il “Chioschetto” di Civita, è ormai sparito senza dare più la possibilità ai nonni di comprare un gelato ai propri nipoti o al turista di rifocillarsi dopo l’ascesa all’Acropoli. E’ sparito il “Giardino dello Sport” luogo di ritrovo durante l’estate per partite a tennis, basket o pallavolo o solo per un pezzo di pizza e mortadella da “Baffone”. E’ sparita la piscina comunale, conquista insperata degli anni ’80 e poi caduta nell’oblio. Sono sparite le Scuole Elementari a via del Calasanzio o meglio il fabbricato esiste ancora, sta li da oltre mezzo secolo, ma pare sia pericolante… da abbattere.. anzi l’opera di abbattimento è pure iniziata con il distruggere tutto quello che c’era dentro e pensate? …si è interrotta come al solito … 

E’ sparito il Comune ma anche in questo caso esiste l’edificio ma dentro non c’è più nulla ormai da anni, simbolo del vuoto in cui da decenni è caduta l’Amministrazione di questa Città. In compenso è comparso un ecomostro sotto Civita, un palazzo di tre piani, mai portato a termine naturalmente, costruito non si sa bene con quali scopi e soprattutto “sbancando” una porzione della collina sottostante, causa di beghe giudiziarie, richieste di risarcimento danni e adesso in completo abbandono. In completo abbandono, pericolante, ricettacolo di sporcizia anche il vecchio ospedale che incombe su Piazza Regina e su Porta S.Francesco. Forse, visto che perde pezzi, sarebbe solo da abbattere almeno la parte sovrastante Via Circonvallazione “liberando” così il tratto di mura ciclopiche sottostante ma nessuno (Usl, Regione, Comune) ha il coraggio o la capacità di affrontare una volta per tutte l’argomento. 

E’ stato costruito un nuovo stadio, incompleto pure questo, che pare non sia agibile ma viene utilizzato (?), mentre si investono centinaia di migliaia di euro sul “Chiappitto”… siamo uno dei pochi paesi d’Italia ad avere due campi di calcio adiacenti…in uno abbiamo il terreno di gioco nell’altro le tribune…ci vorrebbe un miracolo per mettere insieme le due cose e consegnare così alla Città uno “stadio” vero. 

E poi…vogliamo parlare del parcheggio multipiano a Porta San Francesco? Un’opera che doveva risolvere il problema del traffico nel Centro storico, permetterne la chiusura al traffico stesso fornendo decine e decine di posti auto e invece, dopo decenni di lavori preceduti da polemiche e critiche, ha partorito un piazzale con appena una ventina di posti auto costati centinaia di migliaia di euro l’uno con i piani sottostanti chiusi in attesa di tempi migliori. L’ultima perla? La chiusura di Piazza Rosa per permettere degli scavi archeologici, cantiere tanto per cambiare chiuso in attesa non si sa bene di cosa. 

Siamo una Città votata al turismo a detta dei nostri Amministratori che si sono succeduti al governo della Città negli ultimi cinquanta anni ma dove maltrattiamo le nostre risorse storiche, architettoniche e culturali e i resti dell’antico passato dopo che vengono portati alla luce così vengono ricoperti senza che possano diventare traino di quel tanto invocato sviluppo turistico. 

A noi poveri cittadini di questa martoriata Città non interessa il motivo di tutto ciò ma possiamo solo constatare che siamo costretti a fare da spettatori al degrado in cui siamo caduti senza speranza di risollevarci e mentre noi assistiamo a questo spettacolo i nostri “politici” banchettano sui resti di questa comunità senza un briciolo di rimorso o pentimento di quello che avrebbero potuto fare per la nostra Città e che, invece, non hanno fatto o non sono stati in grado di fare. 

“Alatri…Tessuto urbano di antica città, reso con i secoli elegante capoluogo dominante una vasta area con i suoi monumenti, uffici, numero di abitanti, e fervore di arte, mestieri e attitudini, tenacemente difese fino scompiglio della Seconda Guerra Mondiale” scriveva sempre nel 1946 Padre Mario Giuseppe Berni in quel suo opuscolo citato all’inizio. Torneranno quei tempi? Ai nostri nipoti la risposta perché ormai è tardi per noi per vedere qualche cambiamento significativo, tardi per noi e, forse, anche per i nostri figli. 

Angelo Della Morte