E’ apparentemente semplice parlare di Elisabetta Sgarbi – sorella del noto Vittorio – tanto la sua gamma di forme d’arte è libera, vasta e indipendente.
Libri, sceneggiature, film, editoria, documentari, produzioni letterarie, musicali, storiche e filosofiche, ci fanno pensare a una donna intellettuale buona per tutte le stagioni e per ogni evento culturale. Ebbene, è tutto il contrario. La Sgarbi rifugge il mondano, il sociale, la bagarre della cultura di massa ma anche quella elitaria. Pochissime le sue apparizioni in televisioni e radio.
Direttore editoriale della casa editrice Bompiani per molti anni oggi a La Nave di Teseo, legge i manoscritti degli aspiranti autori prima di conoscerli personalmente; ha un rapporto diretto con il libro non con lo scrivente. Legge tutto e sceglie in base al valore dello scritto. Così avvengono i lanci su mercato di autori sin allora sconosciuti e che “magicamente” si trasformano in scrittori letti in Italia e all’estero. Stesso approccio con la collana dei classici Bompiani: epica la sua scelta del 1995 di inserire nella prestigiosa collana le “Opere. Con l’autografia d’un ritratto” di Carmelo Bene. Molte furono le proteste dei critici ma Elisabetta non battè ciglio, sapendo ciò che rappresentava Bene nella cultura italiana. Stipandolo a fianco di T.S.Eliot – considerato da molti il più grande poeta del Novecento – la Sgarbi fu ritenuta eretica ma il grande Carmelo la ripagò nominandola vicepresidente della società che avrebbe gestito la sua immensa eredità artistica e culturale.
La dottoressa Sgarbi sceneggiatrice e regista cinematografica realizza film di interesse accademico e anti-accademico assemblando schegge di vita quotidiana con fotogrammi a inquadratura fissa che catturano i tesori d’arte rinascimentale e moderna, sì da sviluppare una sintesi in divenire baconiana sfociante nel godimento mistico metafisico sublime. A tutti i film e documentari Elisabetta accompagna un testo scritto, ulteriore contributo delegato a un “suo” autore che diviene l’artifex dell’intera opera. Torna l’attaccamento alla parola, al linguaggio, vero motore/mondo di ricerca dove il detto e lo scritto sono protagonisti e le arti plastiche, figurative e visive fanno da sfondo in una visione platonica, che in ogni opera successiva si rigenera nuova e originale. Dai greci alle nuove avanguardie il panorama creato dalla Sgarbi è tutto da scoprire.
Patrizio Minnucci