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Domenica scorsa a Veroli la Santa Messa a Pizzo Deta, a 2041 metri di quota

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Domenica scorsa a Veroli la Santa Messa a Pizzo Deta a 2041 metri di quota, celebrata da Don Gianni Bekiaris. Pizzo Deta è l’estremità a sud di una cresta che sale e scende per il versante verolano dei monti Ernici, la vista spazia dal Gran Sasso fino al Golfo di Gaeta. Da un lato il versante Ciociaro, dall’altro quello abruzzese. Era il 2000 quando Aldo Velocci e Raffaele Cerelli, gli “Amici della montagna di Veroli”, posarono su uno sperone di roccia una statua in bronzo di una Madonnina. Un sentiero sassoso, tortuoso, faticoso ma che si snoda in un paesaggio che toglie il fiato. E proprio lì, tra quei cieli azzurri, aperti come la palpebra di un Dio, ogni anno da quel giorno viene celebrata in estate, organizzata dal comitato della Parrocchia Santa Maria Assunta, una cerimonia religiosa in onore di quella Madonna, la Madonna delle Vette. Come altare una roccia consumata dal tempo, nessuna colonna, nessun orpello, soltanto l’affresco meraviglioso del Creato. Un santuario sospeso tra cielo e terra, la fatica che si fa preghiera, la preghiera che si fa stupore e ringraziamento. In centinaia hanno partecipato a quel cammino di circa tre ore, un passaggio di aria e terra di giovani e anziani col bastone in pugno per lenire la fatica. Lei, la Madonna delle Vette, dolce ed immobile sulla roccia in cui fu piantata. Per il ventesimo anno consecutivo la tradizione si è ripetuta sempre emozionante come la prima volta quando a celebrare la prima Messa accanto a quella Madonnina fu il compianto Don Celestino Noce, parroco verolano nonché grande estimatore e conoscitore delle montagne erniche. Forse la distanza da Dio è proprio in quel cammino che si impara in quel tempo così breve e converge in quel volto di carne di bronzo posato su di una pietra. Così, in silenzio dopo aver camminato tanto si siede l’uno accanto all’altro, uguali. Nè tempo, nè fine, solo occhi aperti sull’infinito ricamo del Creato. Poche nuvole bianche si posano sulle montagne intorno, come il velo sulla fronte della Madonna. La Madonna delle Vette. Una storia talmente bella che sazia anche solo restarla ad ascoltare.

Monia Lauroni