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Daniele Riggi (PSI): “L’Amministrazione Ottaviani deve usare i profili social istituzionali del Comune per informare i cittadini, non per fare politica”

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Adesso basta, è già la seconda volta nell’arco di un mese che l’Amministrazione Ottaviani utilizza il profilo facebook del Comune di Frosinone per fare politica, probabilmente non sanno distinguere un profilo istituzionale da un profilo personale.

Questa la nota di Daniele Riggi, consigliere di minoranza del PSI.

“Il Sindaco e i membri dell’Amministrazione sono liberi di fare propaganda politica sui propri profili social personali ma non possono utilizzare anche il profilo facebook del Comune per lanciare attacchi contro persone, contro organizzazioni e contro giornali che non si allineano al pensiero del “Comitato centrale”, non siamo di certo sotto una dittatura.

Questa amministrazione ha ampiamente vinto le scorse elezioni comunali e quindi ha ottenuto un forte mandato per governare; devono ricordare, però, che aver preso il 56% dei consensi li autorizza ad amministrare Frosinone e non, di certo, a diventare i “padroni” di questa città. Ottaviani ha inaugurato questo 2018 con la strategia della “caccia alle streghe”, una strategia antica, che le società umane utilizzano quando devono trovare dei capri espiatori per giustificare i problemi e le piaghe sociali che non riescono a risolvere.

Può un’emergenza durare anni? A Frosinone sì, grazie all’Amministrazione attuale che ha saputo trasformare queste emergenze in vere e proprie piaghe sociali e ambientali. Frosinone, infatti, in questi sei anni di amministrazione di centro destra, è diventata una città spopolata, che sta sprofondando nel degrado ambientale e sociale, sommersa dalla droga, dalla prostituzione e dall’inquinamento. Adesso, siccome si stanno accorgendo che questi problemi sono diventati irreversibili e, soprattutto, non possono più essere nascosti agli occhi dei cittadini, hanno bisogno di creare nuovi “nemici” e nuove “emergenze” da cui difendersi, in altre parole, una buona strategia di “distrazione di massa”.

Dopo le festività natalizie sono arrivati i primi capri espiatori: l’ormai famoso “idiota della scuola La Rinascita” (così è stato definito sul profilo social del Comune), i giornalisti e la stampa locale; bisogna ricordare che in passato la stampa e i giornalisti erano già stati attaccati. Nel primo caso l’Amministrazione si è fatta paladina della giustizia nell’arena virtuale, dimenticando che il compito del profilo facebook del Comune non è quello di diventare il “Grande Fratello”, per mettere alla berlina qualche ladruncolo, tra l’altro, con il rischio di incitare alla giustizia privata o di scatenare una vera e propria “caccia all’uomo”.

L’Amministrazione deve utilizzare il sistema di videosorveglianza, collaborando, ovviamente, con le autorità competenti, per garantire la sicurezza della città, non per “infiammare” il popolo dei social, a quello ci pensano già i talk show e i programmi trash. Nel secondo caso l’Amministrazione se la prende per l’ennesima volta con la stampa, solo perché ha cercato di far emergere un problema reale avvertito dalla cittadinanza, nella fattispecie il futuro dell’asilo nido “Pollicino” di corso Lazio. Anche questa volta l’Amministrazione, probabilmente, ha sentito il bisogno di distrarci da un altro problema, ovvero il processo continuo di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici comunali.

Negli ultimi anni, questo processo ha portato solamente a pessimi risultati: perdita del lavoro, come nel caso dei lavoratori della “Multiservizi”, riduzione di ore di lavoro per altri lavoratori e, soprattutto, diminuzione della qualità e della quantità dei servizi destinati ai cittadini. Dato che alla stampa non è concesso dire queste cose allora le dice un consigliere comunale, sempre sperando che il “Comitato centrale” mi dia la possibilità ancora di parlare e di fare politica, compito per cui dei liberi cittadini hanno deciso di eleggermi. Cari cittadini, attenzione a quello che dite o fate! Il Grande Fratello vi osserva e vi giudica; Frosinone oramai è diventata come Londra nel romanzo di Orwell “1984”…era solo per fare un po’ di ironia, ovviamente.”