A margine della riunione tenutasi presso l’Amministrazione provinciale di Frosinone, cui hanno preso parte i sindaci della Consulta d’Ambito del servizio idrico integrato, è intervenuto il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, a seguito del confronto con il management della multiutility del comune di Roma.
Oggi, è stato importante ribadire agli amministratori di Acea un concetto che forse era passato del tutto inosservato, sia davanti agli azionisti che ai manager del gestore idrico. Se fino al 2013 aveva senso parlare di inadempimento da parte dei sindaci – ha continuato Ottaviani – rispetto alla convenzione, in quanto non erano state approvate le tariffe e il piano degli investimenti, da quel momento in poi non abbiamo registrato alcuno scatto in avanti da parte di Acea nella ristrutturazione della rete e nella conseguente determinazione dei costi che generano le tariffe.
Senza parlare del fatto che, prendendo ad esempio quanto accaduto nella città di Frosinone, malgrado gli impegni assunti, il gestore, ancora oggi, alle soglie del 2017, ha lasciato migliaia di famiglie del capoluogo senza la possibilità di allacciarsi al sistema fognante pubblico, con intuibili ripercussioni sull’agibilità e sull’abitabilità degli immobili. Quello che è avvenuto di recente nell’assemblea del Fornaci village (quando alcuni difensori improvvisati di Acea hanno tolto, con forza, il diritto di parola ai sindaci) è soltanto l’ultimo capitolo di una vicenda ormai paradossale.
I sindaci non sono latori delle proprie idee fantasiose, ma sono i delegati di circa 400.000 utenti che vivono sul nostro territorio e che chiedono, soltanto, un servizio qualitativamente adeguato, con costi proporzionati ed accessibili. È ora che i sindaci siano messi in condizione di decidere sul futuro del contratto, in sede di assemblea che si terrà il 12 o il 13 dicembre (secondo la data scelta dal Presidente della Provincia), alla quale, si spera, gli amministratori dovranno e potranno arrivare senza pressioni e condizionamenti anomali, nella massima libertà di esercitare il proprio mandato.
Furbate dell’ultimo minuto saranno respinte al mittente e saranno valutate alla stregua del tentativo di anestetizzare le coscienze per evitare di ascoltare le ragioni degli utenti e del territorio”.