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“Ciocia World”, a Fumone il folk dei Trillanti dove il folk abita da sempre

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 Troppe volte il termine “folkloristico” viene generalmente utilizzato con una connotazione negativa, almeno a livello, per così dire, mainstream. La tradizione popolare è spesso considerata un retaggio di tempi andati verso cui si guarda  con imbarazzo o addirittura vergogna. Nulla di più falso.

Il Folk o musica popolare è materia viva che costituisce la vera cifra della nostra identità musicale e popolare. E’ storia, è sentimento, è studio e ricerca. Sfatare luoghi comuni e addentrarsi nei vicoli senza tempo delle tradizioni ciociare è mission del nuovo festival “Ciocia World”, ideato da Mattia dell’UomoI Trillanti , gruppo folk per eccellenza del nostro territorio, e patrocinato dalla Regione Lazio, Lazio Crea, Lazio Eterna Scoperta, Comune di Fumone e Pro Loco Fumone di Monti Ernici.

E proprio a Fumone, in quei vicoli di case strette nel calore come di palmi giunti, di incensi di pane caldo, di fatica di unghie troppo corte farà tappa il 13 agosto la prima edizione del “Ciocia World Festival”. Due giorni di musica e folklore che porta dentro di sé, come un marchio, il dna della tradizione. La nostra. Sicuramente l’argomento della musica come linguaggio universale è “inflazionato” o utilizzato spesso a sproposito, ma in casi come questo rappresenta non certo un abuso, ma una semplice e inoppugnabile verità.

Questo progetto ribadisce ancora una volta come le barriere culturali esistano solo per chi vuole dividere e che la musica e la cultura popolare siano dei linguaggi universali, se solo si è disposti ad ascoltarli veramente. Argomento su cui i Trillanti hanno fatto leva per anni, raggiungendo con questo straordinario festival, una consapevolezza che spezza le catene del pregiudizio e finalmente connota la musica popolare al centro di una cultura elevata, vera, umana e sociale.

Un’operazione appunto culturale perché sembra voler dimostrare come il patrimonio popolare abbia una sua ragion d’essere anche al di fuori degli ambiti consueti. I Trillanti non vogliono stravolgere la tradizione, bensì rinnovarla e andare al cuore della musica popolare, della bellezza e della poetica senza tempo che essa custodisce, portandola all’attenzione non solo degli appassionati di musica folk, ma anche di un pubblico più avvezzo alla musica ‘colta’ ed ai più giovani.

Insomma, il messaggio è chiaro: la musica tradizionale racchiude dentro di sé molto di più che i classici stereotipi da cartolina; è musica in apparenza “bassa”, ma che merita di essere diffusa anche nel mondo “alto”. Uno strumento di difesa della propria cultura e quindi un simbolo attorno al quale arroccarsi per conservarlo immutato. Si tratta di una visione sicuramente legittima, ma comunque limitata.

La musica folk non è mai la musica di un solo popolo, ma dei popoli perché possiede caratteristiche universali. Le canzoni popolari parlano infatti di felicità e tristezza, di amori sbocciati o infranti, di bevute colossali, di guerra e pace, di giustizia e ingiustizia, di miseria e della necessità di espedienti legali o illegali per campare, di lotta contro i potenti e persino di uomini donne e bambini costretti a imbarcarsi su navi magari clandestinamente verso la speranza di una nuova vita. Argomenti senza luogo e senza tempo.

Dal punto di vista musicale poi se c’è una musica che non deve temere di perdere la propria identità nell’incontro con altre musiche è proprio quella folk, grazie alle proprie radici profondamente insediate nel territorio. Perché ‘World’? Perché la Ciociaria è contaminazione ricevuta e donata, universale, tutt’altro che morta o adagiata sul proprio passato costretta a guardarsi indietro con prospettiva nostalgica e revivalista. Il folk de I Trillanti si nutre di uno sguardo a ritroso verso le proprie radici, che viene però declinato secondo una visione dinamica, operando una ricerca, quasi scientifica, delle basi necessarie per la comprensione del presente che consente così la proiezione verso il futuro. Non si tratta quindi di nostalgia, ma di memoria.

Il 13 agosto in Porta Romana a Fumone, a partire dalle 21.00 esordio con l’Orchestra Popolare “Officine Meridionali-Quintetto Acoustic Session”. Il 14 poi alla stessa ora sarà la volta dei Trillanti feat Cristian Di Fiore, Valentina Ferrariolo e Domenico De Luca. Nel piano rispetto delle normative anticovid si andrà di prenotazione obbligatoria ai numeri 0775/49496-3395817636 o alla mail comunedifumone@tin.it.

Nei due giorni non sarà solo la musica ad animare l’iconica Fumone, ma anche i balli di un tempo, Saltarello e Ballarella ci riporteranno nella aie al calar del sole, quando l’oro delle spighe si faceva teatro ai piedi scalzi delle donne. Sensualità, libertà, quel pizzico di civetteria delle donne ciociare e le corti degli uomini che danzavano intorno a ritmi serrati e liberatori.

Ancora laboratori sulla lavorazione del cuoio dove i partecipanti si cimenteranno nella realizzazione del simbolo del Festival de la Ciocia World, ideato da Mattia Dell’Uomo e laboratori sulla realizzazione artigianale dei Tamburi  a Cornice, simboli della tradizione musicale popolare soprattutto salentina. Abbiamo appreso la musica e la danza con la semplicità con cui si è appreso a respirare. Il ritmo eterno dei torrenti, del vento tra le foglie e mille piccoli rumori percepiti con attenzione, hanno creato le partiture. Con un grande valore identitario questo nuovo Festival assume la funzione aggregante sociale e di compimento, vere essenze di concetto di comunità, continuità e arricchimento culturale. Divertimento e cultura dei tempi, con la direzione artistica di Mattia Dell’Uomo. La risposta ad un bisogno di casa, stabilità e centro fisso.

Tutti gli eventi si svolgeranno nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

Monia Lauroni