L’estate è trascorsa, il governo a livello nazionale è anche cambiato, ma la polemica riguardante la gestione della Certosa di Trisulti, che ha determinato manifestazioni, petizioni e interrogazioni parlamentari contro l’attuale gestione della “Dignitatis Humanae Institute” non si placa. Anzi raddoppia e triplica.
Questa volta a riaprire il dibattito è l’associazione “Amici del Cammino di San Benedetto” e lo fanno con un appello inequivocabile.
Infatti, i sostenitori e attivisti del cammino religioso (una splendida realtà che sta rivitalizzando i borghi del bellissimo, ma poco valorizzato territorio ciociaro) non sostengono i sovranisti di Trisulti e lanciano una proposta tramite la loro pagina ufficiale di Facebook, invitando i pellegrini a disertare le visite alla Certosa di Trisulti.
«Noi, associazione “Amici del Cammino di San Benedetto – scrivono nel loro appello – ritenendo le finalità di “DHI”, attuale gestore della Certosa di Trisulti, contrarie allo spirito di tolleranza e fraternità universale che perseguiamo, e l’utilizzo della Certosa in totale disaccordo con i valori promossi per quasi mille anni all’interno del sacro luogo, chiediamo ai pellegrini di boicottare le visite guidate a pagamento. Affinché i proventi della stessa non vadano ad alimentare iniziative incompatibili con lo spirito del Cammino. Grazie a tutti per il sostegno». Una presa di posizione forte, che evidenzia come la situazione della Certosa sia ancora di stretta attualità.
E a proposito delle iniziative per contrastare la gestione della Certosa Marco Maddalena, in prima linea dal primo istante, ricorda che “l’onorevole Nicola Fratoianni, dopo aver partecipato alle due marce di protesta e aver presentato interrogazioni e iniziative al question time, ribadendo in modo chiaro e diverse volte che la Certosa di Trisulti deve essere liberata e riconsegnata ai cittadini come “Bene Comune”, ha ripresentato (a differenza degli eletti del territorio nei diversi livelli, come dovrebbe fare un rappresentante delle istituzioni democratiche) le stesse domande a Franceschini nuovo ministro dei beni culturali”.
E lo ha fatto in commissione cultura, come lo aveva fatto per il precedente ministro. Insomma il fronte che contesta la gestione della Certosa non si ferma e anzi si amplia.