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Ceccano – Morte Estella e Camilla Aversa, indagini chiuse: medico militare unico indagato

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La Procura della Repubblica di Latina ha chiuso le indagini preliminari scaturite a margine dell’incidente mortale che costò la vita a Estella e Camilla Aversa, madre e figlia che vivevano a Ceccano e che non sono sopravvissute allo schianto avvenuto nel tardo pomeriggio del 24 maggio scorso a Prossedi, lungo via Guglietta Vallefratta.

A distanza di poco più di quattro mesi dallo scontro fra la loro Ford Fiesta e l’Audi A5 condotta dal 53enne medico militare di Viterbo, infatti, il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, la dottoressa Martina Taglione, ha ritenuto di avere tutti i riscontri sufficienti per chiudere il quadro investigativo portato avanti dai carabinieri. Prima di ulteriori passaggi, però, l’unico indagato per omicidio stradale plurimo, ossia il 53enne viterbese, si recherà a Prossedi: infatti, l’uomo ha chiesto di essere ascoltato dai carabinieri per rendere delle dichiarazioni spontanee sull’accaduto.

In più, nelle scorse ore è stata anche dissequestrata l’auto su cui viaggiavano mamma e figlia insieme a un’amica di quest’ultima, sopravvissuta all’impatto, ed è stata autorizzata la cremazione delle salme delle due donne. L’autorizzazione alla cremazione delle salme era stata richiesta alla Procura dai familiari delle due donne, assistiti dagli avvocati Giampietro Baldassarra e Francesca Aversa.

Tra l’altro, questa fase dell’inchiesta arriva dopo la consegna in Procura della perizia redatta dal consulente tecnico Luigi Simoneschi e relativa proprio alla dinamica dell’incidente. In quell’occasione, era emerso come il 53enne che guidava l’Audi A5 stesse viaggiando a 86,5 chilometri orari, dunque oltre il limite di 60 in vigore in quel tratto della Provinciale; in più, nell’affrontare una curva in direzione Amaseno, si sarebbe allargato verso l’opposta corsia di marcia, centrando in pieno la Fiesta condotta da Estella Aversa. L’utilitaria, sulla quale viaggiavano anche la 18enne Camilla Aversa e la sua amica coetanea, stava invece procedendo a 48 chilometri orari in direzione Latina.

Di conseguenza, stando alla perizia, la donna non avrebbe potuto evitare lo schianto frontale avvenuto sulla propria corsia di marcia: un impatto che ha avuto una forza tale da far indietreggiare la Fiesta di circa sette metri prima di finire nel dirupo sottostante e capovolgersi. Tutto questo ha consentito al consulente di ipotizzare come il 53enne viterbese abbia messo in atto «imprudenza generica e negligenza», contravvenendo a tre articoli del nuovo Codice della Strada.