Dura la vita per chi è costretto a partire senza i favori del pronostico, indossando ogni domenica i panni scomodi dell’outsider al cospetto delle big, in una categoria come quella dell’Under 17 ormai considerata come il campionato giovanile principe del panorama italiano. L’impresa, però, diventa meno ardua se dalla tua parte hai il capocannoniere del campionato, un talento che ad ogni allacciata di scarpe ti garantisce un gol sul quale poter costruire i tuoi sogni di gloria.
Una vita per il gol – Lo sa bene il Frosinone, una delle realtà del Girone C del campionato Under 17, che guarda negli occhi le big della categoria grazie alla stagione da copertina di Edoardo Piacentini. Nato a Tivoli e cresciuto nella locale Css, della quale ha vestito la maglia fino alla stagione 2016/17, l’attaccante classe 2003 conosce una sola maniera per emergere e farsi notare: segnare a più non posso. Furono 53 i suoi gol nel campionato Giovanissimi Regionali a valergli l’interessamento del Frosinone che, col senno di poi, ci sentiamo di dire che non si sia pentito dell’investimento fatto sul conto del ragazzo. Subito protagonista anche coi ciociari, Piacentini ha alzato ulteriormente l’asticella in un 2019/20 che lo ha visto imporsi in maniera prepotente come uno dei migliori attaccanti della categoria. Impressionante il suo score in campionato: 19 reti in 17 partite, numeri che hanno spinto il Frosinone in piena corsa per i playoff e lo hanno lanciato al terzo posto nel Ranking di riferimento a cura de La Giovane Italia.
Leader tecnico – Fisico da folletto, con un’altezza che si arrampica a malapena al metro e settanta, Piacentini sopperisce al gap di centimetri con un repertorio completo con e senza palla. Bravo ad attaccare la profondità ma anche a venire incontro per stanare i difensori avversari, il classe 2003 sa poi essere letale sia in area di rigore che concludendo dalla distanza, grazie a un tiro potente e preciso col prediletto piede destro. La struttura muscolare, già quasi completa, gli consente di tenere botta anche nel corpo a corpo, malgrado la mole tutt’altro che da gigante. Il baricentro basso gli garantisce una efficace protezione del pallone, mentre le fibre esplosive e la grande forza nelle gambe lo rendono abile nei cambi di direzione col pallone e praticamente imprendibile nei primi metri. Ad un carattere molto introverso fuori dal campo, quasi ai limiti della timidezza, fanno da contraltare personalità e coraggio da vendere nel corso del match. Non è raro vederlo forzare la giocata o prendersi le responsabilità tipiche del leader tecnico, nei momenti più delicati della partita. Può ancora crescere, invece, sul piano della gestione delle dritte dello staff tecnico: a volte tende a porsi in maniera un po’ rigida e refrattaria verso i consigli e le indicazioni che gli vengono impartite, evidenziando un’indole ancora un po’ da imbrigliare sotto certi punti di vista. Un limite fisiologico anche considerando la giovanissima età di un ragazzo che sta dimostrando, a suon di gol e giocate degne di nota, di poter ambire a palcoscenici di altissimo livello.