Il 15 maggio 1910 l’Italia giocò la sua prima partita all’Arena Civica di Milano, dove verrà affissa una targa ricordo dell’evento. Mancini: “La Nazionale simbolo di un Paese che sa sempre rialzarsi”.
Compie oggi 110 anni, ma non li dimostra. E’ la Nazionale italiana di calcio che, a distanza di oltre un secolo dal suo esordio, continua a far innamorare milioni di italiani, rappresentando il nostro Paese nel mondo, con la sua maglia azzurra che oggi è uno dei principali simboli di identità e italianità.
La storia degli Azzurri iniziò il 15 Maggio 1910: all’Arena Civica di Milano l’Italia si presentò in campo vestita di bianco in occasione del battesimo ufficiale, di fronte la Francia che aveva iniziato la sua storia 6 anni prima a Bruxelles contro il Belgio. L’esordio fu subito beneaugurante: 6-2 frutto della tripletta messa a segno da Lana e dei gol di Fossati, Rizzi e Debernardi. Proprio il primo successo sui francesi, festeggiato dai 4000 spettatori presenti sugli spalti dell’impianto milanese, è rievocato nella campagna della FIGC per celebrare l’anniversario della Nazionale attraverso lo slogan ‘Insieme da 110 anni. Oggi come allora’, con le immagini dei protagonisti di quella storica partita. Il visual realizzato da Carlo Angelini, illustra un momento della partita Italia – Francia e le icone dei 12 pionieri (11 calciatori più l’allenatore Umberto Meazza) della Nazionale. Il font, disegnato ad hoc per l’occasione, così come i particolari delle divise dei giocatori, sono frutto di una ricerca tra le fonti iconografiche dell’epoca e contribuiscono a evocare tutto il fascino di un’epoca lontana nel tempo, ma ancora viva nel nostro immaginario.
“La Nazionale di calcio – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – è patrimonio di tutti gli italiani; da 110 anni rappresenta un elemento di coesione sociale e un moltiplicatore di emozioni che non ha mai smesso di appassionare, nemmeno nei momenti più difficili della storia del nostro Paese. L’auspicio è rivedere presto in campo la Nazionale di Mancini, per continuare a scrivere nuove pagine di questo splendido racconto. Celebriamo il passato guardando con fiducia al futuro”.
“La Nazionale – aggiunge il Ct della Nazionale Roberto Mancini – è il simbolo di un Paese che nei momenti di difficoltà ha sempre saputo rialzarsi, mostrando quella coesione e quello spirito collaborativo che rappresentano da sempre due qualità distintive di noi italiani. E’ un onore poter guidare una squadra che gode del sostegno di milioni di connazionali, che ringrazio per l’affetto e la passione con cui ci hanno seguito e a cui spero di poter regalare presto le soddisfazioni che meritano”.
I festeggiamenti dei 110 anni si svolgeranno soprattutto attraverso una campagna digital sui social della Nazionale, per dare appuntamento poi non appena l’evoluzione epidemiologica lo consentirà all’Arena Civica di Milano, dove verrà affissa una targa in ricordo dell’esordio degli Azzurri. La proposta della FIGC è stata accolta con entusiasmo dal Comune, in particolare dall’assessore allo Sport Roberta Guaineri, che sta ultimando i lavori di ristrutturazione e di ammodernamento dell’intero complesso. L’Arena Civica è pronta a proiettarsi nel futuro anche celebrando la sua tradizione ultracentenaria, per sempre legata alla nascita della squadra più amata dagli italiani.
Da quell’esordio di 100 anni fa, la Nazionale di calcio ha accompagnato la vita del nostro Paese diventando parte dei ricordi di ciascuno, dei riti quotidiani, dei momenti più belli della socialità, identificando l’amore infinito di milioni di persone, di intere generazioni, figli, padri e madri, nonni e bisnonni.
La Nazionale ha guidato il Paese nell’uscita dagli anni di piombo con la vittoria del Mondiale 1982, ha rilanciato il movimento calcistico dopo gli scandali con il trionfo del 2006 a Berlino. Ci ha resi protagonisti tra gli Anni 60 e gli Anni 70 grazie alla vittoria nell’Europeo e al 4-3 di Italia – Germania, ha affiancato il boom economico del Dopoguerra, ha costituito un ponte con il resto del mondo nei favolosi Anni 30 coincisi con due Mondiali e la Medaglia d’oro Olimpica, ha saputo essere oggi – con Roberto Mancini e con i suoi giocatori – un elemento di novità, di spinta, di entusiasmo. La maglia azzurra, oggetto di rispetto e di considerazione nel mondo, è stata indossata da centinaia di campioni che hanno contribuito a renderla leggendaria: sono oltre 800 gli atleti che in questi 110 anni di vita hanno avuto il privilegio di indossare almeno una volta la divisa della Nazionale. Lottando, sudando, soffrendo, gioendo. Alle loro spalle, centinaia di milioni di italiani, nel corso dei decenni, hanno tifato e sostenuto la Nazionale. Dal Nord al Sud, dalle Alpi alla Sicilia, senza dimenticare i tanti emigranti in giro per il mondo che si sono riconosciuti e riscattati attraverso l’Azzurro. Nelle piazze e nelle case, trepidando e inneggiando, l’Azzurro è entrato in ogni angolo. Insieme agli Italiani, l’Italia del calcio ha camminato in un abbondante secolo di vita, per oltre 800 partite totali (824), partecipando a 18 Fasi Finali dei Mondiali e 10 8compresa la prossima) degli Europei, divenendo un riferimento culturale e sociale inestimabile. Il suo palmares è composto da 4 Coppe del mondo, 1 Campionato Europeo, 1 Medaglia d’Oro e 2 Medaglie di bronzo alle Olimpiadi, oltre a 2 Coppe Internazionali, un precursore dell’Europeo in scena tra gli anni ’20 e ’50.
L’Azzurro, simbolo della Nazionale italiana di calcio, in questi 110 anni è diventato anche il colore di tutte le Nazionali dello sport italiano.
IL RACCONTO DELL’ESORDIO. La partita Italia – Francia si giocò domenica 15 maggio 1910 all’Arena Civica di Milano, davanti a 4mila spettatori. La Nazionale fu la risultante di due incontri tenuti, sempre a Milano, nelle settimane precedenti e che videro contrapposti una squadra di “possibili” e una squadra di “probabili”. Alla fine si imposero i primi e furono scelti per rappresentare l’Italia.
Il primo selezionatore fu Umberto Meazza, dirigente dell’US Milanese ed ex arbitro. Con lui, della prima commissione facevano parte altri quattro ex arbitri. In campo mancavano i giocatori della Pro Vercelli, in quel momento la squadra più forte, in polemica per quanto era accaduto in campionato. Nella finale con l’Inter, erano stati schierati tutti i ragazzi del vivaio. L’Italia presentava 8 elementi delle squadre milanesi (in particolare l’US Milanese), due torinesi e uno solo genovese, il doriano Calì, anche capitano di quella prima gara. L’Italia passò presto in vantaggio e raddoppiò poco dopo con l’interista Fossati. Curiosità: morirà sul fronte di guerra nel 1916. La gara terminò 6-2.
L’Italia giocò in bianco, così come avrebbe fatto due settimane dopo nella trasferta in Ungheria. Solamente dal gennaio 1911, terza partita (ancora contro l’Ungheria), vestirà l’Azzurro in onore di casa Savoia. L’arbitro della partita fu Henry Goodley, originario di Basford (Nottingham), perito tessile a Torino e arbitro della Juventus. Allora i club avevano i loro direttori di gara. Il calcio di inizio fu dato alle 15.50. Presente poca stampa, per lo più milanese e torinese.