Il difensore del Frosinone Riccardo Marchizza ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ‘Radio Serie A’. Il calciatore classe ’98 non gioca dallo scorso novembre a causa di un infortunio: “Questo infortunio è stata una cosa particolare e inaspettata, avvenuta nel miglior momento della mia carriera sia per forma fisica sia per rendimento. Fa parte del gioco, ho subito sentito i maggiori esperti su questo tipo di infortunio. Ora sto scalpitando, da due settimane vorrei entrare e fare quello che facevo prima, ma il parere del dottore che mi ha operato e le mie sensazioni sono quelle di aspettare, è un infortunio particolare che ha bisogno di tempo e forse è meglio aspettare una settimana in più che forzare. Gli infortuni come il mio bisogna superarli mentalmente, è complicato soprattutto dal punto di vista mentale. Ho la fortuna di avere la famiglia, i miei figli e mia moglie che nei momenti di difficoltà mi danno lo stimolo giusto per farmi forza: questa è la cosa più importante. Il lavoro è l’unica cosa che ti consente di non pensare al fatto di stare fuori, ma di rientrare. Ho tracorso momenti in cui uscivo la mattina e rientravo la cena, tra fisioterapia, prevenzione e trattamento della cicatrice puoi anche perdere una giornata. Quando sei fuori e sei infortunato devi lavorare il doppio per cercare di rientrare al livello dei compagni. È difficile ma i miei compagni mi hanno aiutato tanto, avrò un bel ricordo di questo infortunio: sembra una banalità dire che si torna più forti di prima ma non lo è, si migliora sotto il punto di vista mentale. Gli infortuni fanno parte del gioco, non è facile ma uno che lotta per arrivare a questo sogno deve mettere in preventivo che ci saranno momenti del genere. Quando torno? Sto sempre meglio, le settimane di lavoro mi aiutano per colmare l’ultimo step che mi manca per giocare. Starà al mister decidere”
Sul Frosinone: “La vicinanza a casa è un bene, ho fatto anni in cui i miei genitori vedevano i miei figli una volta ogni tre mesi, nel quotidiano questo è un vantaggio. Frosinone è una società che non mi ha fatto mancare mai nulla, mi ha dato carta bianca dopo l’infortunio, mi ha dato la possibilità di far vedere le immagini a uno dei migliori chirurghi che curano queste operazioni, è stata una società top da questo punto di vista. Giocare vicino a casa fa tanto, mi fa strano sentire il dialetto dei tifosi simile al mio. Ruolo? Mi vedo in una difesa a 4 come terzino, all’occorrenza anche centrale. Nell’attuale modulo il ruolo che mi rispecchia è il braccetto di sinistra. Ho fatto anche il quinto e non ho problemi a farlo. Credo che anche il mister mi veda come terzo dietro, mi è capitato poco di farlo, ma è un ruolo che mi piace. Mi piace vedere l’Inter con Bastoni, un terzo moderno che diventa un regista arretrato”.
Sull’allenatore Eusebio Di Francesco: “È un allenatore di cui posso solo che parlare bene, ho fatto un inizio di stagione dove mi ha portato a un livello mai raggiunto. Mi ha messo in condizione di esprimere le mie migliori caratteristiche, lasciando spazio alla mia interpretazione del ruolo senza dirmi nulla. Sicuramente è un privilegio per noi avere come allenatore un tecnico che ha toccato livelli alti, non è da tutti. Io ho giocato col figlio ad Empoli, era il mio compagno di stanza, gli dicevo tante volte che sarei stato allenato prima o poi da suo padre e infatti è stato così. Prossime partite? Abbiamo tre partite importanti, dobbiamo ragionare partita per partita cercando di fare più punti possibili”